L’assemblea di Lega che si è svolta ieri con l’obiettivo di eleggere il presidente e modificare lo Statuto è stata piuttosto turbolenta, culiminata con l’abbandono del tavolo da parte delle sei “big”, Fiorentina, Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma. Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna, ritiene che però tutto non sia così insanabile, anche se diversi cambiamenti devono essere fatti al più presto: “E’ stata una riunione finita in modo un po’ traumatico, ma comunque sono stati fatti dei passi avanti. All’interno delle 14 “medio – piccole” c’era stata una convergenza su alcuni temi importanti che riguardano l’organizzazione della Lega, quindi la nomina di un presidente di garanzia, di un amministratore delegato che gestisca l’organizzazione e la commercializzazione dei diritti che fanno in capo alla Lega e la possibilità che i Consiglieri Federali non siano rappresentanti dei club – ha riferito a RadioBolognaUno –. I passi avanti significativi quindi ci sono, ma ovviamente quando si vanno a toccare elementi già presenti nello Statuto, come la ripartizione, nascono conflittualità che riportano il confronto tra grandi e medio-piccole”.
Nuovi sviluppi sono quindi possibili: “I temi su cui stiamo discutendo sono invece di interesse generale, su questi il confronto deve essere riaperto, la volontà dei club medio – piccoli è di avere delle risorse che possano rendere il sistema scalabile. Oggi molti dei proventi vengono garantiti sulla base di fattori legati al bacino d’utenza che non sono scalabili nel breve periodo. Noi vorremmo quindi spostare parte di queste risorse, che sono molto importanti, sulla parte meritocratica in modo da dare la possibilità ai club che vogliono investire di avere dei ritorni se questi investimenti si concretizzano in risultati sportivi adeguati”.
Fenucci ha quindi voluto esprimersi in modo più preciso sui progetti del Bologna in questo ambito: “Come club la nostra volontà è di competere in futuro e non possiamo non essere interessati a una negoziazione che può aprirci a un percorso di competitività diverso da quello che i ricavi di oggi ci consentono”.
Il dirigente rossoblù ha le idee chiare su quello che dovrebbe cambiare: “Quello che trovo singolare è che in questi anni la Lega non si sia dotata di una struttura propria in grado di indirizzare la commercializzazione dei diritti, ma si è basata su un advisor esterno. Anche nella mia precedente esperienza di lavoro ero abbastanza scettico su questo tipo di gestione. Credo che sia quanto mai urgente che la Lega si doti di una struttura interna, che possa permettere di affrontare le sfide del futuro. Oggi noi siamo la quarta Lega europea, quindi abbiamo perso posizioni, non la dobbiamo recuperare solo sui diritti televisivi. Va inoltre riformata l’organizzazione del sistema calcio. Il numero delle squadre per ora non è un tema rilevante, ma potrà essere affrontato nell’ambito di questa riorganizzazione complessiva. Credo che su questi temi il confronto sia necessario. Bisogna recuperare al tavolo le sei che si sono allontanate”.
Per molti è stata però una sorpresa la posizione presa da Roma e Fiorentina, ma su questo Fenucci ha le idee chiare: “Credo che tutti oggi voglano cercare di scambiare quella che può essere una posizione ‘dominante’ nella distribuzione dei diritti con altre cose come avviene in qualsiasi negoziazione. Io penso che a un sistema scalabile debbano essere interessati tutti i club perché ognuno di noi ambisce a una posizione diversa rispetto a quella attuale. Giusto quindi che le risorse premino chi investe quando questi investimenti si materializzano in risultati positivi sul campo”.
probabilmente sono io che non ci capisco nulla ma….un terzo di chi segue il calcio tifa Juve, un terzo se lo dividono Milan e Inter e nel rimanente terzo ci sono i tifosi delle altre 17 squadre di cui la gran parte tifano Roma, Napoli e forse Lazio, Fiorentina e Torino. Ora credo che chi paga le pay tv per vedersi le partite a casa sia diviso grosso modo allo stesso modo cioè, un terzo dei soldi che vanno alle pay tv provengono da tifosi juventini, un terzo da interisti e milanisti, il resto da tutti gli altri…e voi pretendereste che questi soldi venissero divisi in parti uguali fra le 20 squadre?! O che comunque ci fosse un livellamento tra quanto prende la prima e quanto prende l’ultima?! Lasciamo perdere che secondo me non sarebbe giusto per i motivi di cui sopra, ma sapete cosa ottereste? Un campionato probabilmente più equilibrato e livellato, ma verso il basso, il campionato italiano finirebbe col diventare il 6° o 7° campionato nel ranking e in Europa, dove già adesso facciamo fatica, scompariremmo!
In Premier il 50% dei diritti sono uguali per tutti, il 25% in base ai passaggi televisivi (non tutte le partite vengono trasmesse) e solo il 25% varia in base ai risultati in classifica. A parte uil caso Leicester a vincere sono sempre le stesse. L’unico effetto è stato un incremento vertiginoso degli ingaggi. Va però detto che in Inghilterra i club hanno introiti molto maggiori da sponsor, ticket e marketing.