La possibile candidatura di Adriano Galliani alla presidenza della Lega di Serie A sembrerebbe essere tramontata definitivamente. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’attuale presidente del Milan, Silvio Berlusconi, in procinto di cedere la società all’uomo d’affari cinese Yonghong Li, avrebbe chiesto a Galliani di ritirare la propria disponibilità ad assumere la guida della Lega di Serie A per assumere il ruolo di consulente del gruppo Fininvest, cui l’attuale amministratore delegato rossonero è legato (scrive il Corriere) da un contratto fino al 2019.
Ieri sera, secondo quanto riportato dal quotidiano di Via Solferino, Galliani si sarebbe recato ad Arcore per incontrare Berlusconi e manifestare al presidente il proprio proposito di candidarsi ufficialmente alla presidenza della Serie A (candidatura sostenuta anche dalla Juventus e, a quanto sembra, ben vista dal presidente della Figc, Carlo Tavecchio).
«Non mi diverto se non c’è un pallone che rotola», avrebbe spiegato il vicepresidente rossonero all’amico di una vita, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera. Berlusconi avrebbe ascoltato, ma avrebbe suggerito a Galliani di ritirare la candidatura. All’uscita da Villa San Martino l’ad rossonero avrebbe così telefonato al presidente federale Tavecchio avvisandolo che la presidenza di Lega era ormai un’idea tramontata ancor prima di essere messa al vaglio dell’assemblea.
Nei mesi scorsi a favore della candidatura di Galliani si era speso l’amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta. «Adriano Galliani ha un profilo che si adatta tantissimo a quello di presidente della Lega – aveva detto il dirigente bianconero – Posso parlare di Galliani dirigente, immaginando che il closing sia avvenuto, e posso dire che ha un profilo che si adatta assolutamente a quello di presidente di Lega. Ha dalla sua una grandissima esperienza, saggezza e competenza nell’ambito dei diritti televisivi, che sono la risorsa più importante per le società, e dal punto di vista sportivo. Racchiude in se le caratteristiche più logiche che un presidente di Lega deve avere».