Maurizio Sarri rispolvera il suo cavallo di battaglia da manager del calcio e nel post partita di Napoli-Juventus sottolinea come, va bene il pallone e la bravura dei singoli, ma con un gap di fatturato così ampio tra il Napoli e le altre società d’Europa sarà sempre più difficile per i partenopei continuare a gareggiare alla pari e “l’unico modo per restare competitivi”, assicura, è cercare in giro per il mondo giovani calciatori piuttosto bravi e sperare che possano presto diventare grandi campioni. “Il Napoli – dice chiacchierando con Sky – dal punto di vista economico in questo momento storico non può competere con le società top d’Europa e l’unica strada percorribile è prendere buoni giocatori molto giovani con la speranza che diventino grandi”.
Il tecnico degli azzurri sottolinea come adesso “la differenza di fatturato con le top europee è troppo grande per poter pensare di andare a Barcellona e prendere Messi. Non rientra in questo momento nell’ottica Napoli: l’unico modo per restare competitivi – ha detto Sarri – è quello di comprare giovani giocatori, possibilmente giovani, perché diventino ottimi calciatori”.
Del resto è un po quello che è successo già in questa stagione con gli azzurri che hanno comprato calciatori giovanissimi alla Diawara che è in grado di fare benissimo tanto in campo quanto in bilancio; anche se per lui come per tutti gli altri bisognerà stare attenti agli assalti esterni perché per vincere bisogna avere continuità e contare sulla “certezza di averli per due-tre anni consecutivi”, spiega l’allenatore.
Non potendo sfruttare le leve dei conti, per migliorare la proprio posizione e mettere nel mirino obiettivi sportivi la sola chance è lavorare: “Il miglioramento – ricorda Sarri che di gavetta se ne intende – viene dal lavoro; è chiaro che ci sono delle società che si possono permettere tantissimo, ma noi siamo una delle pochissime società di livello europeo ancora in mano a una famiglia e non a una multinazionale. Quindi – ragiona il tecnico – il nostro presidente penso che faccia anche troppo perché competere con certe realtà è quasi impossibile“.