Raffaele Cantone - Photo Samantha Zucchi Insidefoto

Il caso-biglietti che coinvolge la Juventus “è oggettivamente preoccupante”, ma sarebbe sbagliato pensare che solo nella curva della Juventus ci possano essere infiltrazioni mafiose e non ci si deve “meravigliare più di tanto”. In ogni caso, “non mi piace l’idea di dire adesso che il problema del Paese sono diventate le curve della Juve”. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, prende posizione sulla vicenda-biglietti che ha coinvolto in queste ultime settimane la Juventus, nel mirino di procura federale e antimafia. Secondo le accuse – sintetizzando al massimo la posizione della Procura federale sportiva – la società avrebbe avuto legami con presunti esponenti della malavita per mantenere il quieto vivere all’interno dello Stadium, senza denunciare.

“La vicenda della Juventus e delle infiltrazioni della ‘ndrangheta è oggettivamente preoccupante – ha detto Cantone in un’intervista al Tg Zero di Radio Capital – perché la Juve in qualche modo ha sempre rappresentato il fiore all’occhiello delle nostre squadre, un po’ quella che noi portavamo come esempio. Ad esempio lo stadio della Juve è una best practice tra tutti gli stadi del nostro Paese. Tra l’altro dietro la Juve c’è sempre stata una famiglia che storicamente ha rappresentato il meglio del Pese dal punto di vista imprenditoriale”.

Secondo Cantone, che tifa Napoli ed è considerato in Italia da un po’ di anni a questa parte i il nume tutelare della legalità, “questa vicenda un minimo di macchia la porta, perché comunque delle infiltrazioni ci sono state. Ma è un tema su cui non bisogna meravigliarsi più di tanto: le infiltrazioni ci sono in tante altre squadre del Nord, dove non c’è mafia, ma ci sono spaccio di droga e violenza. Io stesso scrissi un libro sulle infiltrazioni nella curva del Napoli. La presenza della criminalità nelle curve è purtroppo un dato strutturale” e da parte di Cantone c’è la speranza che “la ‘ndrangheta sia stata tenuta più lontana possibile”. In ogni caso, conclude il numero uno dell’Anac, “non mi piace l’idea della caccia alle streghe alla Juve, non mi piace l’idea di dire adesso che il problema del Paese sono diventate le curve della Juve”. 

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