Tutta la Serie A con un solo abbonamento pay? Sarà ancora possibile vedere tutte le partite della propria squadra del cuore sottoscrivendo un unico abbonamento a una pay tv? Quella che ancora fino a qualche giorno fa sembrava un’ipotesi praticabile sta diventando una prospettiva sempre più remota.
Molto dipenderà da quanto gli operatori che parteciperanno all’asta per i diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021 saranno disposti ad investire.
Ma sembra molto difficile, come sottolinea ItaliaOggi in un articolo a firma di Claudio Plazzotta, che la Lega di Serie A, assistita dall’advisor Infront, possa predisporre un pacchetto con le otto squadre più seguite (Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio, Napoli, Genoa, Fiorentina) in grado di consentire a un broadcaster di coprire sostanzialmente la gran parte del mercato pur senza investire cifre enormi.
Difficilmente – fa notare ItaliaOggi – un appassionato italiano potrà, nel prossimo triennio 2018-2021, gustarsi tutte le partite delle big della Serie A con un unico abbonamento.
L’obiettivo della Lega e di Infront – che ha un contratto in scadenza nella stagione 2020-2021 e in forza del quale garantisce alla Serie A incassi minimi di almeno un miliardo di euro a stagione – è quello di massimizzare l’incasso dalla vendita dei diritti. Ma lo scenario sul mercato televisivo è mutato rispetto a tre anni fa quando la competizione tra Sky e Mediaset sosteneva i prezzi dei diritti tv del calcio sul mercato italiano.
Tutta la Serie A con un solo abbonamento pay: la situazione attuale
Nello scorso triennio 2015-2018 Sky pagava alla Lega Serie A 572 milioni di euro all’anno per trasmettere tutte le partite (380) del campionato italiano sulla piattaforma satellitare a pagamento. Mediaset Premium, invece, versava alla Lega Serie A 373 milioni di euro all’anno per ospitare sul digitale terrestre pay i 248 match di otto squadre (Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio, Napoli, Genoa, Fiorentina) che da sole, tuttavia, assorbivano la gran parte dei tifosi in Italia.
A Sky, quindi, rimanevano in esclusiva 132 partite all’anno, che risultavano però essere anche poco interessanti poiché giocate tra i club calcistici meno prestigiosi e con minor seguito (Torino, Chievo, Udinese, Atalanta, Bologna, Sampdoria, Empoli, Sassuolo ecc). Nelle nuove logiche riassunte poi nelle linee guida del prossimo bando d’asta, una ripartizione del genere non sarà più possibile.
Tutta la Serie A con un solo abbonamento pay: le prospettive
Sempre secondo quanto riportato da ItaliaOggi, sembrerebbe che a questo giro Sky abbia fatto balenare alla Lega Serie A, preoccupata di non poter incassare molto, la possibilità di versare 800 milioni di euro all’anno per avere l’80% delle partite in esclusiva su satellite e digitale terrestre (il rimanente 20% andrebbe a Premium, Tim Vision o ad altri operatori come Amazon).
Se così fosse, però, Sky si troverebbe a pagare i diritti della Serie A quasi il 40% in più rispetto allo scorso triennio, trasmettendo il 20% di partite in meno. Perché mai dovrebbe farlo? Nella speranza di conquistare nuovi abbonati poiché l’80% dei match sarebbe in esclusiva. Ma sarebbero costi certi a fronte di ricavi molto incerti.
Tutta da verificare la nuova politica di Mediaset Premium. Finora, tra Serie A e Champions League, pagava 600 milioni di euro all’anno in diritti tv del calcio. D’ora in poi spenderà sicuramente molto meno, ma potrebbe affrontare, magari, le aste di concerto con Tim Vision.
Per ora c’è un’unica certezza: nessuno farà pazzie. Né si sfiderà all’ultimo rilancio, come in passato.