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(Insidefoto.com)

Nell’intero 2016 Mediaset ha registrato una perdita di 294,5 milioni dopo aver segnato un ‘rosso’ di 116 milioni nei primi nove mesi dell’anno, con ricavi in leggera crescita a 3,667 miliardi. La perdita 2016, attribuita alla vicenda Premium (dalla quale il Biscione segna un ‘effetto negativo’ di 341 milioni), supera i 287 milioni di ‘rosso’ accusati nel 2012 per le svalutazioni sulla crisi finanziaria, mentre nel 2015 Mediaset aveva segnato un utile di 4 milioni, nel 2014 di 23 e nel 2013 di 9 milioni.

Il risultato – peggiore delle attese degli analisti – “è imputabile agli effetti della vicenda Vivendi”, che impatta solo sulle attività italiane, che chiudono con un rosso di 380,1 milioni di euro contro la perdita di 74,6 milioni del 2015. In Spagna, invece, il dato è positivo per 171 milioni, in crescita rispetto ai 166,2 milioni del precedente esercizio. L’effetto negativo delle violazioni contrattuali di Vivendi ammonta a -341,3 milioni di euro, precisa Mediaset.

bilancio mediaset 2016
Il vicepresidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi

I ricavi netti ammontano a 3.667 milioni in aumento rispetto ai 3.524,8 milioni del 2015 (+142,2 milioni). In particolare, i ricavi in Italia sono cresciuti a 2.675,9 milioni rispetto ai 2.554,2 milioni dell’anno precedente (+4,8%). Analogo incremento in Spagna con 992,0 milioni di euro rispetto ai 971,9 milioni del 2015 (+2,1%).

L’indebitamento finanziario netto è passato a 1.162,4 milioni di euro rispetto agli 859,4 milioni di euro del 31 dicembre 2015. “La variazione è stata determinata dagli impatti finanziari pari a 75,3 milioni per il completamento dell’acquisizione del Gruppo RadioMediaset (ex Gruppo Finelco), dall’investimento pari a 107 milioni relativo all’incremento della quota di controllo in Mediaset Espana ed EI Towers realizzato attraverso il riacquisto di azioni proprie e dagli esborsi per 55,2 milioni – si legge nel comunicato dei conti 2016 del Biscione – connessi all’attività M&A del gruppo EI Towers”. Sull’indebitamento “si aggiungono le uscite per complessivi 106,1 milioni connesse alla distribuzione di dividendi da parte di Mediaset e MediasetEspana”, conclude Mediaset.

In particolare nella vicenda Premium, spiega Mediaset, “sono stati sostenuti oneri straordinari una tantum – derivanti dagli impegni assunti in seguito alla firma del contratto con Vivendi e dalle necessarie svalutazioni successive – pari a 269,3 milioni a livello di Ebit. A questa voce si aggiungono le passività legate all’imprevista permanenza delle attività pay nel perimetro aziendale anche per il quarto trimestre 2016. Attività che – anche a causa dello stallo operativo subito da aprile ad ottobre 2016 – ha generato una perdita supplementare pari a 72 milioni. La somma di queste poste non ricorrenti imputabili alle infrazioni di Vivendi porta gli oneri straordinari a un totale di 341,3 milioni”, afferma il Biscione.

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Vincent Bolloré, numero 1 di Vivendi (Insidefoto.com)

Mediaset segnale “che la crescita dei ricavi Premium è proceduta con buon ritmo (+16,7%) nei primi sei mesi dell’esercizio per poi rallentare nel secondo semestre caratterizzato dalle turbolenze provocate da Vivendi. In particolare, nel terzo trimestre (luglio-agosto-settembre) che abitualmente rappresenta il picco stagionale di vendite di abbonamenti legati ai grandi eventi calcistici come la Serie A e la Champions League in esclusiva, la crescita risulta addirittura frenata al +5,8%”. L’Ebit consolidato di gruppo del 2016 – sempre segnato dalla vicenda Vivendi – è negativo per 189,2 milioni rispetto ai +230,7 milioni del 2015, ma il Biscione afferma che quest’anno sono “già evidenti i primi effetti del piano per un miglioramento dell’Ebit pari a 468 milioni nel 2020”.

Positivo in entrambi i Paesi anche l’andamento della raccolta pubblicitaria: in Spagna i ricavi pubblicitari lordi si sono attestati a 963 milioni rispetto ai 933 milioni dell’esercizio precedente mentre in Italia “malgrado i competitor abbiano trasmesso i grandi eventi sportivi internazionali nel corso dei mesi estivi” i ricavi pubblicitari televisivi lordi sono cresciuti a 2.058 milioni rispetto ai 2.002 milioni del 2015 (+2,8%).

L’andamento dei ricavi pubblicitari totali nel primo trimestre dell’esercizio in corso si mantiene positivo” sia in Italia sia in Spagna e “dovrebbe proseguire anche nella restante parte dell’esercizio, pur in un contesto economico che anche nel 2017 sarà probabilmente caratterizzato da una stima di crescita ancora moderata”. Lo afferma Mediaset, che si aspetta “sia nel primo trimestre che su base annua un risultato operativo e un risultato netto consolidato positivi”.

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Mediaset Premium Sport (Foto: Insidefoto.com)

Nel comunicato dei conti approvati dal Cda, il Biscione aggiunge che nel corso dell’esercizio saranno avviate le principali azioni previste dalle linee guida del piano al 2020 e “si consolideranno gli impatti positivi derivanti dal consolidamento delle attività del comparto radiofonico. Inoltre l’andamento dei costi e degli ammortamenti delle attività media in Italia rifletterà gli effetti delle svalutazioni e degli accantonamenti effettuati in sede di predisposizione del bilancio consolidato 2016”, conclude Mediaset.

“Gli obiettivi del Piano prevedono una crescita al 2020 della quota di mercato nazionale pubblicitario Mediaset dal 37,4% al 39,0% e un miglioramento dell’Ebit delle attività media in Italia pari a 468 milioni di euro – scrive nella nota diffusa alla fine del Cda – Il conseguimento dei target economico-finanziari è stato oggi confermato sia nei tempi sia nelle dimensioni. Ed è già possibile prevedere un ritorno all’utile con l’esercizio 2017″.

Bilancio Mediaset 2016, i conti di Premium

Quest’anno Mediaset prevede per Premium ricavi tra i 630 e i 640 milioni, in sostanziale equilibrio con il recente passato. Lo ha affermato nella ‘conference call’ sui conti 2016 il direttore finanziario di Mediaset e presidente di Premium, Marco Giordani. Ovviamente si tratta di un quadro che potrebbe radicalmente cambiare nel 2018-2019, se la pay tv del Biscione sulla quale è nato il contrasto con Vivendi non avesse più alcun diritto sul calcio. Secondo gli analisti, Premium senza pallone avrebbe un giro d’affari ridotto di circa il 90% a 80 milioni con 600mila abbonati (dai 2 milioni attuali) e una spesa media mensile per cliente che scenderebbe da circa 24 a circa 8 euro. “Confermiamo la nostra posizione espressa a inizio anno, di una possibile partecipazione con approccio speculativo (cioè molto attenta ai costi, ndr) alle aste sui diritti” del calcio, aggiunge Giordani. Di fatto Premium potrebbe essere una ‘piattaforma’ per altri soggetti, a partire da Telecom, che acquisissero i diritti su Champions league e serie A.

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