Torino – Sampdoria che si gioca sabato sera alle 19.45 contiene una sfida nella sfida, soprattutto per i blucerchiati: quella di raggiungere i granata nei risultati economici che stanno dando sempre più solidità al club.
Oltre alla sfida sul campo vi è quindi quella di bilancio, di cui parla oggi La Repubblica, mentre per entrambe, e il dato non è da trascurare, vi è l’obiettivo di distanziare definitivamente l’Udinese che attualmente è all’undicesimo posto.
Una posizione, quest’ultima, non banale nella Serie A italiana perchè arrivare al decimo posto significa godere dell’ultimo scalino significativo nella distribuzione dei diritti tv a fine anno, come già CF – calcioefinanza.it aveva evidenziato nelle scorse settimane.
Al momento per la Samp il Torino è un modello, a partire dalla struttura e solidità della proprietà. Urbano Cairo, che si è appena comprato Rcs MediaGroup e quattro anni fa si è preso il canale tv La7, continua a mantenere la sua Cairo Communication.
Ma il suo è un lungo percorso: prima di intraprendere una strada economicamente virtuosa nel 2011 ha ripianato perdite del Torino per quasi 15 milioni, nel 2012 per quasi 11. Cifre impensabili per la Sampdoria, che dall’arrivo di Massimo Ferrero non può prescindere dall’autofinanziamento.
Però il Torino ha qualche risorsa in più della Samp anche per quanto riguarda la gestione corrente della società. Facendo un confronto fra gli ultimi due bilanci disponibili, quelli relativi al 2015 – Corte Lambruschini approverà l’ultimo al 31 dicembre 2016 con attivo intorno ai 3 milioni proprio domani – in ogni singola voce fra le entrate il club di Cairo è messo meglio.
Le entrate per i biglietti (+2,4 mln): quelli venduti in casa granata sono state pari a quasi 7 milioni, in casa blucerchiata gli introiti sono rimasti fermi a 4 milioni e 600mila euro.
I ricavi dai diritti televisivi (+5 mln): nel 2015 sono stati 45 milioni e 600mila euro per il Torino, 40 milioni e 600mila euro per il Doria.
I ricavi commerciali (+2,3 mln): quelli del Toro hanno sfiorato gli 8 milioni, quelli blucerchiati si sono fermati a 5 milioni e 700mila euro.
Ed ora c’è il decimo posto, come detto, che alla pari del nono in classifica garantisce 3,1 milioni di euro secondo il criterio “meritocratico” di distribuzione dei diritti tv, mentre chi arriva 11esimo si deve accontentare di 1 milione.
Al di là della capacità dei due club a generare plusvalenze, campo in cui eccellono sia Ferrero che Cairo, è evidente come la “dimensione Torino” sia ancora un poco più grande di quella blucerchiata.
Questo nonostante il monte ingaggi attuale delle due squadre sia praticamente identico, circa 18 milioni (netti).