Puma influenza social network

Continua il momento positivo in casa Puma, che è ora riuscita a posizionarsi davanti ai due “rivali” più agguerriti Nike e Adidas in un ambito sempre più importanti come l’influenza generata sui social network.

A rendere noto il risultato ottenuto dal brand tedesco è la piattaforma di marketing online Insightpool, che ha pubblicato uno studio sull’influenza dei marchi di abbigliamento sui social network. Per realizzare l’analisi è stato preso in considerazione il numero di seguaci, oltre alle interazioni sviluppate per tre mesi su Twitter e Instagram legate ai vari brand. Si è inoltre valutato il coinvolgimento dei marchi in converazioni con parole chiave legate al mondo della moda.

Ai vertici della classifica troviamo due marchi di lusso del calibro di Louis Vuitton e Chanel. L’ultimo gradino del podio è invece occupato da Christian Siriano, marca di origine americana.

Il primo brand di abbigliamento sportivo presente in graduatoria (quarto posto complessivo) può sembrare sorprendente: si tratta infatti di Puma.

Analizzando più nel dettaglio la situazione si può capire però che il riscontro positivo ottenuto da Puma non è del tutto frutto del caso. All’inizio dello scorso decennio il brand ha infatti deciso di cambiare la propria strategia sui social network. Una scelta abbastanza naturale dopo avere osservato l’incapacità di competere con i concorrenti.

Puma aveva infatti bisogno di tornare allo splendore di cui godeva diversi decenni fa. I giovani di oggi certamente non lo ricorderanno, ma negli anni ’60 e ’70 le migliori scarpe da calcio erano realizzate proprio dalla società con sede a Herzogenaurach. In quel periodo erano inoltre diversi i club e gli atleti supportati dal marchio. Tra questi spicca certamente il brasiliano Pelè.

Con il passare degli anni l’azienda ha però deciso di cambiare almeno parzialmente il proprio target e di realizzare prodotti più economici e convenienti. Una scelta che ha permesso di avvicinarsi a chi prima non poteva comprare i prodotti ufficiali Puma, ma che inevitabilmente è stata pagata a caro prezzo.

All’inizio degli anni duemila la strategia commerciale è mutata nuovamente e ha permesso di raggiungere importanti obiettivi di mercato. Questo ha coinciso con la stipula di partnership con club importanti, tra cui Borussia Dortmund, Villareal, Arsenal e Tottenham. Sono diversi inoltre i campioni che hanno deciso di legare il proprio nome al brand: Cesc Fàbregas, Antoine Griezmann e Ussain Bolt ne sono solo alcuni esempi. Il velocista è stato in particolare uno dei bolti distintivi dell’azienda simboleggiata dal felino.

Sono stati diversi inoltre i negozi ufficiali aperti. Significativa anche la possibilità offerta agli appassionati di acquistare prodtti vintage: una scelta fatta non solo per rievocare il periodo più glorioso del marchio, ma anche per consentire ai più giovani di vedere da vicino quanto veniva proposto un tempo. È stata inoltre rinforzata la proposta di abbigliamento “civile”, dedicata non solo agli sportivi, ma anche ai personaggi della musica e della moda.

Una strategia, insomma, che si è rivelata davvero vincente, e che si evidenzia proprio nel distacco rispetto a Nike e Adidas. Il “rivale” tedesco è infatti al settimo posto, mentre il gigante americano chiude la top ten.

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