Maurizio Sarri avvisa il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che in settimana aveva parlato della possibilità per l’attuale tecnico degli azzurri di una carriera nel club partenopeo in stile Ferguson. «Devo molto a De Laurentiis», ha affermato Sarri nel corso della conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani con il Torino, «ma nel calcio fino ad ora non mi sono arricchito e con il prossimo contratto mi vorrei arricchire. Lo sento come obbligo nei confronti della mia famiglia».
«Quando si parla di questa cose», ha aggiunto Sarri, «è sempre difficile avere le idee estremamente chiare. Il Napoli per me è una soddisfazione enorme e dopo Empoli tutti parlavano bene di me, ma l’unico che ha avuto le p… di prendermi è stato De Laurentiis».
«Da giocatore», ha ricordato l’allenatore del Napoli, «ho fatto la miseria. Da allenatore, fino a qualche anno fa ero in serie C ed ho fatto due fallimenti di società. Non mi sono arricchito. Non mi lamento: sarebbe un insulto a chi si alza la mattina alle sei del mattino, ma il prossimo contratto per me sarà importante».
Attualmente Sarri, che è legato al Napoli da un contratto fino al 2020, percepisce uno stipendio netto di 1,4 milioni di euro a stagione, lontano dal podio degli allenatori più pagati della Serie A, dove spicca il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, con i suoi 5 milioni di euro a stagione.

Per quanto riguarda la sfida di domenica contro il Torino, importante per rincorsa al secondo posto, Sarri ha affermato: «Non credo che troveremo un Torino appagato. Non hanno vinto il derby e dunque non penso che siano psicologicamente svuotati. Non aver vinto con la Juve può dare loro solo maggiore convinzione».
«Affrontiamo una partita difficile», ha osservato, «contro una squadra che in casa ha fatto risultati straordinari. Problemi ce ne creeranno, perché li hanno creati a tutti. Belotti è un calciatore straordinario sia sull’attacco della profondità sia sull’uso delle linee esterne. In certe situazioni lo marcherà Koulibaly, in altri casi i difensori esterni».

Una stilettata è arrivata anche alla Lega di Serie A e alla decisione di far giocare il Napoli domenica alle 15.00, mentre la Roma, diretta concorrente per il secondo posto, affronterà la Juventus nel posticipo delle 20.45.
«A questo punto della stagione sarebbe stato più giusto giocare in contemporanea. Per noi non cambia niente perché giochiamo per primi, ma può cambiare la gestione dell’altra partita. Io non temo l’aspetto tattico della partita Roma-Juve. Dico solo che conoscendo il risultato della nostra gara, possono impostare la partita con una atteggiamento completamente diverso. Quanto alla Juve, se fossi io l’allenatore, farei tutto il possibile per chiudere il discorso scudetto e potermi concentrare sull’impegno del 3 giugno che è la partita fondamentale della mia vita».
«Tifare per Higuain? Per lui ce la potrei anche fare», scherza Sarri rispondendo alla domanda sul possibile aiuto che il Pipita potrebbe indirettamente dare alla sua ex squadra, segnando un gol alla Roma. «Gonzalo ha fatto con noi lo scorso anno una stagione da fenomeno e sta facendo una grande stagione con la Juve. Quando è stato con noi, si è comportato sempre bene e quindi c’è affetto nei suoi confronti. Poi una s’incazza per come ci ha lasciato, ma finisce lì». «Essendo un fuoriclasse», ha concluso l’allenatore del Napoli, «niente di più normale che possa segnare anche domani».