Tre settimane fa il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, si è insediato in qualità di commissario della Serie A, facendo la spola tra Roma e Milano.
Ma come riporta oggi la Gazzetta dello sport il lavoro è più complicato del previsto. C’è da mettere d’accordo 20 teste.
Le consultazioni sulla riforma della governance di Lega stanno per concludersi: Tavecchio ha incontrato quasi tutti, mancano ancora all’appello Napoli e Torino.
Ed ha incassato i complimenti del presidente del Coni, Giovanni Malagò: «Ho apprezzato alla vigilia del voto la familiarità con cui Tavecchio si è confrontato con i presidenti delle altre federazioni. Il calcio non deve avere la puzza sotto il naso e gli altri non devono pensare che il Coni possa fare a meno del calcio».
Poi il commissario, che ha come vice Nicoletti e Uva, redigerà una bozza di statuto che sarà una mediazione tra chi spinge l’acceleratore per una rivoluzione organizzativa e chi al massimo digerisce correttivi soft.
Ma il nodo resta un altro: la ripartizione dei proventi tv. Qui la strada è ancor più in salita e tutti ormai paiono rassegnati a un intervento salvifico del Governo che modifichi la Legge Melandri.
I due erano presenti ieri alla giornata di festa della Gazzetta in Sala Buzzati.