L’azienda Totti secondo le stime offerte oggi da Repubblica vale 3 milioni l’anno di fatturato. E non si esaurirà con l’ultima partita del capitano, che anzi, libero dagli impegni sportivi, potrebbe ulteriormente diventare un punto di riferimento per attività promozionali e non solo, fuori dal campo.
In questo senso un esempio può essere, tra gli altri Alex Ferguson. Il Sir quando lasciò l’attività di allenatore vide crescere notevolmente i suoi introiti dalle aziende che gestivano la sua immagine. Ne abbiamo parlato in “Ferguson, tutti gli affari di un pensionato d’oro“.
L’universo Totti non è solo un pallone che rotola. Sponsor e tv gareggiano per sedurlo, tifosi e bimbi fanno la coda per un autografo o per iscriversi alla sua scuola calcio. Un circuito che alimenta gli affari non solo della famiglia Totti, anzi: dal 1997, quando la maglia numero 10 è finita sulle spalle di Francesco, la Roma ne ha vendute qualcosa come 850mila, per un incasso complessivo oltre i 50 milioni di euro.
E sarebbero il doppio contando le tante imitazioni spacciate dalle bancarelle della capitale. Ancora oggi, ci vorrebbero venti Nainggolan per pareggiare il numero di divise col “10” per cui ogni anno un romanista spende tra i 75 e i 100 euro.
Un mercato ricchissimo, e chissà quanto potrebbe valere quello degli autografi: ogni mese, da Trigoria escono 1500 cartoline firmate, in regalo ad amici, conoscenti, amici degli amici. Considerato che la pratica va avanti da un ventennio, è come se un romano su dieci avesse a casa una “reliquia” del capitano.
L’azienda Totti ovviamente non è soltanto calcio: sette società, dall’immobiliare (valore di circa undici milioni) all’organizzazione eventi, con la società Number Ten a fare da holding di famiglia. Tutte gestite da Riccardo, il fratello di Francesco.
Un piccolo impero che nell’ultimo anno ha registrato un calo del fatturato di circa un quarto, mantenendo comunque entrate per oltre 3 milioni di euro, cifra da aggiungere al contratto con la Roma e agli sponsor per un totale di nove.
Per il Francesco calciatore la crisi non è mai esistita: dopo aver alternato pubblicità per marchi come Pepsi, Diadora, Vodafone (accordo da 3 milioni e spot storici con Gattuso), Fiat, Pringles, Partypoker e oggi Lottomatica, è tornato al primo amore, la Nike, che ha organizzato in grande stile ad aprile la celebrazione dei suoi 25 anni di carriera, scoprendo quel giorno che in Totti non c’era alcuna volontà di pronunciare la parola addio.
Magari passerà lunedì, primo giorno della sua seconda vita, a dedicarsi alla “Totti Soccer School”, attiva da 14 stagioni, che può vantare 400 iscritti all’anno alla scuola calcio e altri 120 alle squadre agonistiche (arricchite da un progetto integrazione e, per anni, da una femminile).
E ovviamente a tutti questi business va aggiunto quanto ha guadagnato Totti alla Roma in 25 anni. In questo caso si, ci sarà una parola conclusiva, anche se le premesse portano ad immaginare un ruolo a vita del capitano nel suo club.