Lo Stadio Filadelfia di Torino è di nuovo realtà. Con l’inaugurazione odierna e l’apertura al pubblico si è concluso un lungo e travagliato percorso durato più di vent’anni, dalla chiusura del settembre 1994, alla demolizione incominciata nel 1997.
Vent’anni dopo, oggi, è stato inaugurato il nuovo impianto, con il taglio del nastro ufficiale a più mani, fra il presidente della Fondazione Stadio Filadelfia, Cesare Salvadori, il presidente del Torino FC, Urbano Cairo, il sindaco di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.

È l’ultima tappa di un impegno iniziato nel 2006 e concretizzato nel 2011, con la costituzione della Fondazione, a cui partecipano appunto il Comune di Torino, il Torino FC e la Regione Piemonte, con l’obiettivo di arrivare all’evento che è stato celebrato oggi.
Soprattutto, però, la partecipazione di sette associazioni di tifosi granata e, più in generale, di tutti i volontari che si sono impegnati in prima persona in questi anni per la ricostruzione, sono il simbolo di uno stadio che è stato costruito quasi soltanto per “volontà popolare”, prima che per decisioni a tavolino delle istituzioni.

L’INAUGURAZIONE
Nel pomeriggio di ieri le celebrazioni si sono aperte con l’inaugurazione privata, dedicata agli ex-calciatori della storia del Toro e ai tifosi che hanno contribuito alla ricostruzione con l’acquisto nominativo di uno dei seggiolini della tribuna principale. Alla presenza della squadra del Torino FC sono stati scoperti i pennoni (alti 7 m) che fanno da corredo al piazzale esterno dello stadio, ognuno riportante i nomi dei giocatori del Grande Torino, di Giorgio Ferrini e Gigi Meroni e delle squadre campioni d’Italia del 1927/28 e del 1975/76.
I tifosi restano al centro dello Stadio, così com’è sempre stato nella tradizione dell’impianto, quando veniva utilizzato per le partite e per gli allenamenti della prima squadra. Sempre nel piazzale, cosiddetto “della Memoria”, sono riportati tutti i nomi dei 2372 tifosi e tifose che finora hanno contribuito con donazioni di varia entità ai lavori di ricostruzione.
Questa mattina, invece, con la benedizione del cappellano del Toro e il taglio del nastro ufficiale, si è celebrata l’inaugurazione ufficiale dell’impianto, con la conseguente apertura al pubblico che andrà avanti fino a sera.
La programmazione di eventi continuerà, infine, sabato pomeriggio, con il quadrangolare della categoria Esordienti 2004 che coinvolge Torino, Alessandria, Novara e Pro Vercelli, intitolato alla memoria di Don Aldo Rabino, storico cappellano della squadra granata.
Viene così restituita alla città un’area troppo a lungo lasciata in abbandono, come sottolineato dal sindaco Appendino, e un luogo di importanza inestimabile per la storia e l’identità dei tifosi e della squadra del Torino, come ripetuto da Urbano Cairo: “Dopo vent’anni finalmente la gente del Toro ritrova la sua casa. Determinante l’opera di chi si è battuto con grande energia, dal singolo tifoso alle petizioni popolari, con sit-in o incalzanti inchieste giornalistiche, per evitare che sul prato dove erano state scritte memorabili pagine della storia del calcio italiano potessero nascere palazzi e attività commerciali. L’unione fa la forza e ciò, oltre a essere un insegnamento utile per il futuro, ci deve rendere tutti felici e ugualmente protagonisti”.
Il nuovo Stadio Filadelfia, che ha visto il recupero e l’integrazione nel nuovo progetto di due spicchi di gradinata e dell’edificio della biglietteria originali, ha una capienza di circa 4.000 posti, con il campo principale e il campo secondario (così com’era nella disposizione originale). Dalla prossima stagione sarà utilizzato per gli allenamenti della prima squadra del Torino FC – a cui la Fondazione con oggi affida la gestione dell’impianto – e per le partite della squadra Primavera.
Proprio il crowdfunding e il coinvolgimento di sponsor, soprattutto locali, hanno permesso di arrivare fino a oggi in pochissimo tempo (la posa della prima pietra era avvenuta il 17 ottobre 2015), ottenendo la realizzazione di un edificio a tutti gli effetti frutto dell’impegno della popolazione.
Il progetto, comunque, non si ferma, visto che per il secondo e terzo lotto vanno ancora completati – sempre all’interno dell’area – la foresteria per il settore giovanile e il Museo del Torino.