La Serie A sceglie di spalmare su più finestre possibili le dieci partite di campionato per ogni giornata. Nel triennio 2018-2021 aumenteranno a otto gli slot a disposizione della Lega per piazzare i propri match di campionato, con tutte le gare serali che verranno anticipate di un quarto d’ora: kick off sarà sempre alle 20.30. Ma cosa cambia rispetto al presente?
Oltre agli orari noti – sabato pomeriggio alle 18, sabato sera, domenica alle 12.30 e domenica alle 15 – la Lega si concede la possibilità di far scendere le squadre di calcio il sabato alle 15, la domenica alle 18 e il lunedì alle 20.30. Per i match infrasettimanali, invece, cambia qualcosa in più: due slot alle 19 e otto gare alle 21, sei il mercoledì, una il martedì e una il giovedì.
A guardare i nuovi orari nell’insieme si evince come non siano delle novità assolute perché delle prove, lo ricorderete sicuramente, sono state fatte proprio in questa stagione. E probabilmente sarà stato proprio il grande successo in termini di pubblico sugli spalti e in tv di Inter-Juventus a convincere la Lega della bontà di un calcio di inizio la domenica alle 18.
Serie A nuovi orari partite, qui tutti i pacchetti 2018-2021
Quello che manca sfogliando la rosa delle finestre possibili è un match alle 12.30 di sabato. Dopo il grande successo (all’estero) del derby di Milano e l’esperimento speculare a Roma in occasione della stracittadina qualcuno aveva paventato la possibilità che fosse prevista nel prossimo triennio la possibilità di trasmettere proprio una partita a pranzo il sabato. Niente da fare.
Tuttavia, è bene sottolinearlo, la Lega si riserva il diritto di correggere il tiro sugli orari d’inizio dei match, un po’ per tutelare le ragioni sportive (concomitanza delle Coppa europee in testa) e un po’ per darsi l’opportunità di sperimentare ancora, proprio come successo nel corso di questo triennio.
Serie A nuovi orari partite, con la riforma dei campionati nessun risarcimento alle tv
Ma non solo perché con il bando per la cessione dei diritti televisivi la Lega si tutela anche da una eventuale riforma dei campionati. Lo sanno anche i semafori, se ne parla da anni e prima o poi qualcuno potrebbe tagliare davvero il numero dei club professionistici. Che fare se la A passa a 18 squadre?
Per il massimo campionato italiano non cambierà niente nel rapporto con i broadcaster. In tre passaggi del bando, infatti, è ben scritto nero su bianco che una riduzione dei club iscritti non comporterebbe un elemento “notevolmente peggiorativo” del prodotto e quindi viene esclusa la possibilità di richieste risarcitorie. Chiaramente.
“Nel caso di cambiamento del formato della Competizione con la partecipazione di 18 Società Sportive con conseguenti modifiche delle modalità di promozione e retrocessione – si legge nel bando – i Pacchetti A, B C1 e C2 manterranno il numero di Società Sportive sopra indicate, ma vedranno ridotte proporzionalmente il numero degli Eventi e conseguentemente adeguati i criteri di suddivisione”.