Battendo la Juventus nella finale di Cardiff il Real Madrid si è aggiudicato la sua dodicesima finale europea, la sesta consecutiva, contro un avversario arrivato invece alla quinta sconfitta consecutiva.
Le merengues sono diventate imbattibili negli ultimi quattro anni in cui dal 2014 al 2017 hanno vinto per ben 3 volte la Champions League. La Juventus si può consolare: è l’ultima squadra (nella semifinale 2015) ad essere riuscita ad eliminarli.
Per risalire ad una impresa simile bisogna risalire alle 2 Coppe dei campioni consecutive vinte dal Milan nel 1989 e nel 1990.
Ma il Real Madrid, già recordmen di vittorie con i 5 trofei portati a casa all’esordio della manifestazione, hanno fatto anche meglio perchè i loro sono 3 successi su 4, con 7 semifinali consecutive.

Solo 3 squadre nella storia hanno fatto meglio di questa: l’Ajax (71-73) e il Bayern di Monaco (74-76) oltre naturalmente al Real Madrid di Di Stefano (56-60) di cui si è già detto.
Numeri monstre che confermano: vincere aiuta a vincere, a prescindere da tutto. Anche se nell’ultimo anno proprio i blancos avevano perso il primato nella Deloitte Football Money league a favore del Manchester United piazzandosi terzi in Europa alle spalle anche del Barcellona.
L’ascesa in termini di fatturato negli ultimi anni è stata costante, come già documentato nei giorni scorsi da calcioefinanza.it.
Il Real Madrid è infatti passato 150,5 milioni di EBITDA ai 162,9 milioni dello scorso anno e dai 43,9 milioni del 2011/2012 ai 39,3 di EBIT dell’esercizio conclusosi il 30 giugno 2016.
Ma sarebbe davvero sbrigativo attribuire al portafoglio il valore di un successo così incredibile che è prima di tutto sportivo.
Negli ultimi anni l’atto finale ha sempre visto in campo una outsider. Il Borussia Dortmund nel 2013 (battuto solo all’ultimo minuto) aveva il dodicesimo fatturato europeo. L’Atletico Madrid nel 2014 (sconfitto ai supplementari dopo pareggio al 94′) era ventesimo per ricavi e nel 2016 (battuto ai rigori) quindicesimo. In mezzo la stessa Juve arrivò nel 2015 in finale perdendo con il Barcellona alla luce del decimo bilancio. Così come quest’anno.
Insomma: negli anni in cui si dice – a ragione – che l’egemonia europea sia sempre degli stessi c’è sempre una squadra che raggiunge la finale che ha posizioni nel ranking economico in doppia cifra. E qui la casualità diventa consuetudine.
La Champions League è una competizione che rispetto al campionato è caratterizzata da maggiore casualità. Si può uscire al 92′ col Bayern Monaco negli ottavi o arrivare in finale grazie a un’urna benevola, ma nel lungo periodo i verdetti sono meno aleatori e più plastici.
Ed anche quest’anno in finale, si è confermata decisiva l’abitudine a certi appuntamenti, la capacità di gestire l’evento agonistico e il pathos da finale. E in questo il Real Madrid rappresenta, nel calcio mondiale, un modello che con tutta probabilità rimarrà ineguagliabile nei decenni a venire.