“Credo che abbiamo fatto un errore, bisogna fare autocritica, il momento non era giusto. Uno dei due player, che è importantissimo come Mediaset, sta vivendo un suo momento interno delicato di presa di decisioni”. Torna così sull’annullamento dell’asta per i diritti legati al pallone l’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, ospite di Giovanni Minoli a ‘Mix 24’ su Radio 24.
Sorpresi dall’esito dell’asta sui diritti tv? “Sorpresi parzialmente, perché nell’ultima assemblea in cui avevamo approvato il bando c’è stato molto dibattito sul momento e sull’opportunità – ha proseguito Fassone-. Non tutti prevedevano difficoltà ma che ci fosse qualche incognita dietro questo bando non è stato cosi sorprendente”.
“Adesso concentriamoci sull’estero, sviluppiamolo bene, diamo tempo agli italiani di assestarsi, e quando tra un paio di mesi la situazione sarà più chiara credo che potremo proporci con una modalità più appetibile”.
“Io non credo che ci sia la logica dello scontro con le tv. Le tv hanno bisogno del calcio e il calcio ha bisogno delle TV. Io penso che il calcio rimanga una killer application, che le tv a pagamento, nello specifico Sky e Mediaset Premium, senza il calcio sarebbero in grande difficoltà.” Fassone sottolinea ancora che la pay tv senza il calcio “fa fatica ” a stare in piedi: “È vero che hanno un modello che si basa anche sul cinema. Ma la Serie A è la Serie A. Questo però non deve metterci in una posizione di superiorità, dobbiamo comunque essere attenti a posizionarci al prezzo giusto e con i pacchetti giusti”.
Un canale della Lega calcio? “Io la vedo come un possibilità reale, lo dovrebbe essere, ne discutemmo già in occasione dei bandi passati. Siamo un po’ tutti narcotizzati in Serie A dal fatto che il tanto vituperato accordo con Infront garantisce alla lega di seria A un reddito minimo di un miliardo l’anno. Il business plan? Il modello non può essere quello che si basa sulla raccolta pubblicitaria che è un modello obsoleto. Dovrà essere un modello misto che si basa sulla sottoscrizione dei tifosi e sulla pubblicità”.