Azionariato popolare Genoa – Il Genoa ai genoani, con una governance ad azionariato diffuso per certi versi simile a quella del Real Madrid e del Barcellona (clicca qui per approfondire), ma anche con alcuni investitori stabili (prevalentemente banche e imprenditori locali) capaci di bilanciare i rischi economici di un azionariato popolare puro. Quindi, forse più un modello Bayern, dove i piccoli soci sono affiancati da colossi quali Allianz, Adidas e Audi, che quello tipico delle due grandi di Spagna (clicca qui per approfondire il modello Bayern).
E’ questo il piano di quella che è stata definita “cordata genovese”, svelato dall’edizione genovese del quotidiano La Repubblica. Un piano che si inserisce nel solco della tradizione rossoblu, visto che già negli anni 70 i leader della tifoseria genoana avevano ragionato sul modello dell’azionariato popolare, con tanto di “viaggio studio” al Santiago Bernabeu per capire come riproporre sotto la Lanterna il modello Real.
Più nel dettaglio il piano dovrebbe prevedere un aumento di capitale riservato all’azionariato diffuso per raccogliere le risorse necessarie a ridurre il debito. Dopo la ricapitalizzazione i nuovi soci avrebbero circa il 60% del Genoa, mentre l’attuale proprietario Enrico Preziosi (che inizialmente continuerebbe ad avere un ruolo di rappresentanza in Federazione e in Lega) si diluirebbe al 40%. Quota che, in base al piano, verrebbe rilevata dai nuovi azionisti in un secondo momento.

In Spagna il presidente viene eletto a suffragio universale, altrettanto dovrebbe avvenire al Genoa. Attraverso un importante studio legale è stato individuato un modello di tenuta di governance dell’azionariato e dell’azienda Genoa Spa.
Azionariato popolare Genoa, 30 mila quote riservate ai tifosi
Ma da dove arriverebbero i fondi per la ricapitalizzazione e per rilevare il pacchetto azionario di Preziosi? Dalla vendita al pubblico delle quote del club: quelle disponibili non saranno più di trentamila perché è quella la capienza dello stadio Ferraris. Con diecimila quote vendute – spiega Repubblica – il progetto sarebbe comunque autosufficiente.
Ogni tifoso potrà ovviamente acquistare più di una quota ed infatti in questo senso è atteso un contributo importante da parte di imprenditori genovesi e genoani. Ma le quote potranno anche essere sottoscritte da società e attività commerciali.
Il tifoso che intenderà diventare socio del Genoa dovrà pagare una quota mensile impegnandosi con la banca prescelta, tale impegno darà diritto ad una Card che porterà vari benefit su diverse attività commerciali.
Azionariato popolare Genoa, gli incentivi per chi diventa socio
Per quanto grande sia l’amore dei tifosi nei confronti del Genoa, non sono infatti certo questi i tempi per chiedere sacrifici di natura economica. Sono così state trovate tutta una serie di importanti aziende in vari settori disposte a sposare il progetto Genoa, anche e soprattutto in virtù dei grandi numeri che sarebbe destinato a muovere.

E per rendere un’idea di quanto sia importante fidelizzare i tifosi di una squadra di calcio per un marchio della grande distribuzione o per una società petrolifera ci sono i dati che arrivano dalla Spagna.
Per esempio secondo uno studio fatto da un prestigioso istituto catalano, nel 2008 un abitante di Barcellona socio del club di calcio ha risparmiato circa 700 euro in un anno rispetto ad un abitante non socio, proprio grazie alle agevolazioni previste per i soci del club.
Enrico Preziosi prima si è dimostrato interessato, tanto da investire Zarbano, l’amministratore delegato del Genoa, del compito di portare avanti i contatti, poi ha fatto marcia indietro definendolo velleitario.