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Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli con Andre Silva

Strategia comunicazione AC Milan – Che la strategia di comunicazione del Milan sia profondamente cambiata dopo l’acquisizione del club da parte di Yonghong Li e l’arrivo della nuova dirigenza guidata dall’amministratore delegato, Marco Fassone, è sotto gli occhi di tutti.

Se nei lunghi mesi precedenti al closing i cinesi, anche per questioni di riservatezza legate alla trattativa con la Fininvest della famiglia Berlusconi, avevano limitato al minimo il flusso informativo verso gli organi di stampa e i tifosi, creando non pochi patemi ai sostenitori rossoneri preoccupati per la sorte della propria squadra del cuore, una volta insediatasi a Casa Milan la nuova proprietà e la nuova dirigenza hanno varato una strategia di comunicazione impostata su una maggiore trasparenza sulle scelte gestionali e su un rapporto diretto con i tifosi e con la fan base rossonera attraverso i social network.

Una strategia impostata dal nuovo direttore della comunicazione del Milan, Fabio Guadagnini, che in un’intervista a Prima Comunicazione ha spiegato nel dettaglio la “rivoluzione” partita con la firma, in diretta live su Facebook, del rinnovo del contratto di Vincenzo Montella.

chi è fabio guadagnini
Fabio Guadagnini (Foto www.acmilan.com)

“Sono state fatte solo due cose semplici”, spiega a Prima Guadagnini, una lunga esperienza giornalistica anche come direttore di Sky Sport prima di passare, nell’ottobre del 2015, a capo delle relazioni esterne del comitato organizzatore di Roma 2024 e diventare dal 20 aprile scorso direttore della comunicazione del Milan.

“Innanzitutto, ci siamo mossi per fare in modo che il nostro calciomercato sia fatto in modo trasparente, alla luce del sole. Casa Milan è diventata il punto di riferimento delle trattative, gran parte degli incontri con agenti e procuratori si svolgono qui e i giornalisti che costantemente piantonano la sede vedono chi entra e chi esce. È un modo meno ‘lobbistico’ di gestire la campagna acquisti rispetto alla tradizione, che prevedeva luoghi riservati e grande segretezza”.

Strategia comunicazione AC Milan, un rapporto più diretto con la fan base

Per andare in questa direzione fondamentale si sta rivelando l’utilizzo del sito web (www.acmilan.com registra attualmente 1,3 milioni di visite mensili) e dei canali social “occidentali” (24,8 milioni follower su Facebook, 4,7 milioni su Twitter, 5,9 milioni su Google Plus, 3,1 milioni su Instagram, 330 mila iscritti al canale YouTube) e su quelli che vanno per la maggiore in Cina (26 mila su WeChat e 450 mila su Weibo).

“Credo molto nella comunicazione integrata”, sottolinea Guadagnini, “il messaggio deve essere indirizzato a tutti i livelli di relazione con gli stakeholder. Uno di questi è la fan base, la comunità dei tifosi nazionale e internazionale, che noi consideriamo un asset, un punto di riferimento primario della società. Consideriamo gli appassionati quasi dei piccoli editori di riferimento, con cui dobbiamo comunicare, interagire, aggiornandoli sulle attività del club. Di conseguenza, la nostra comunicazione è molto più social, anche se non prescinde ovviamente dai media tradizionali o ufficiali come giornali e siti web”.

Strategia comunicazione AC Milan, la comunicazione corporate

Nonostante questa nuova strategia di comunicazione votata alla trasparenza e al rapporto diretto con i tifosi, i dubbi sul futuro societario del club continuano ad essere una costante nel dibattito sulla stampa e tra gli stessi supporter rossoneri.

Su questo punto Guadagnini è sereno: “Mi sembra che l’assemblea degli azionisti del 18 maggio abbia chiarito tutto deliberando un aumento di capitale da 60 milioni di euro e l’emissione di due bond per complessivi 128 milioni di euro alla Borsa di Vienna”, spiega il responsabile della comunicazione rossonera a Prima, “il piano finanziario è ben preciso, non ci sono grandi enigmi. L’unico punto di domanda può riguardare il fatto che l’attuale proprietà sia o meno in grado di sostenere un piano, che dipende da altre attività, come quelle che si vogliono avviare in Cina”.

Milan requisiti onorabilità Yonghong Li
Yonghong Li

E anche sul rapporto tra la nuova proprietà e il fondo Elliott, che ha fornito a Yonghong Li i capitali necessari per concludere l’acquisizione del Milan, il responsabile della comunicazione rossonera prova a frenare ogni allarmismo: “La presenza del fondo americano Elliott Management rappresenta un’ulteriore garanzia. Intanto, la proprietà sta lavorando molto su Milan China, la newco che si occuperà dello sviluppo del brand Milan sul territorio cinese”.

Strategia comunicazione AC Milan,  gli sviluppi in Cina

Milan China rappresenta dunque uno dei punti chiave del piano di sviluppo del Milan. “Con David Han Li (l’executive director braccio destro di Yonghong Li, ndr) stiamo lavorando sulla tournée in Cina dal 14 al 22 luglio. Lui viene periodicamente a Milano, ma è in costante contatto con i manager italiani. Con Fassone, tutte le mattine, fa una conference call di un paio d’ore per parlare di tutte le attività. Comunque, Fassone è il manager che a Milano rappresenta la proprietà in tutto e per tutto. La regola di scambio è: voi lavorate bene in Italia, rendete la squadra competitiva, noi conosciamo la Cina e il business in quel Paese lo facciamo noi”.

chi è yonghong li
Han Li e Marco Fassone (foto Daniele Mascolo)

La strategia di espansione fuori dai confini nazionali potrebbe riguardare anche Milan Tv, il canale tematico rossonero a pagamento attualmente inserito nel bouquet di Sky. “L’obiettivo è dare un’impostazione un po’ più digitale a Milan Tv”, spiega Guadagnini, “La piattaforma digitale ci permetterà di andare oltre i confini e diventare internazionali. Con Milan China dobbiamo essere pronti per una digital first platform molto performante, in grado di portare i contenuti anche in Australia se ce ne fosse bisogno”.

“Il canale tivù verticale su Sky è molto importante e genera ricavi, essendo a pagamento, ma è anche molto italiano. Ha tanti contenuti – talk show e programmi in lingua italiana – che difficilmente potrebbero essere riproposti sul mercato internazionale. Dovremo pensare anche ad altri format”.

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