Nelle ore successive alla prima asta sui diritti tv il tema del canale tematico di proprietà della Lega Calcio era stato al centro dell’attenzione mediatica. A distanza di un mese non solo non si è spenta l’eco, ma la possibilità che questa diventi la strada da scegliere rimane concreta.
A scriverne oggi su Repubblica è Marco Mensurati, che fa notare pure un dettaglio non di poco conto: nel contratto tra Lega e Infront esiste un articolo, il 71, che regolamenta questa ipotesi e prevede nero su bianco: «Quanto al Canale Lega – è scritto nero su bianco – nel caso la Lega nazionale professionisti Serie A ne decida la realizzazione, la affiderà a Infront, previa delibera».
Il bando dell’asta “fallita” del 10 giugno invece precisava: “Il bando del 10 giugno, quello fallito, recitava, all’articolo 2.4, una specifica avvertenza: «La Lega si riserva di avvalersi appieno delle opportunità previste dalla legge (…) attuando la distribuzione dei diritti all’interno di una propria piattaforma”.
Un accordo che Luigi De Siervo, attuale numero uno di Infront, si è già detto disponibile a rivedere: “Quel contratto è stato stipulato prima del mio arrivo. Se le società vogliono rinegoziarlo io non ho alcun problema. Si diano una rappresentanza (al momento la Lega è commissariata, ndr) e ci mettiamo d’accordo in 24 ore. Infront ha un atteggiamento più che laico, sul punto. Anche perché il canale della Lega non è affatto una nostra priorità. Noi aspettiamo che il mercato internazionale si consolidi, poi usciremo con il nostro bando”.
L’endorsement ufficiale al canale Lega era arrivato da un altro editore, Urbano Cairo. «I vantaggi – ha detto – sarebbero notevoli perché il calcio è il motivo principale per cui ci si abbona a una pay tv. Già lo fa la Liga spagnola, con risultati eccellenti. Con questo sistema la Lega riuscirebbe a incassare più soldi, senza dimenticare che avrebbe un pricing molto competitivo, con costi di gestione più bassi di un broadcaster tradizionale».
Ma sul quadro generale non mancano gli scettici, a partire da Juventus e Roma che non hanno mai visto di buon occhio l’eccesso di ruolo esercitato dall’advisor (almeno fino all’avvento della nuova gestione) sulle dinamiche decisionali e sulla governance della Lega.
Alla vigilia del roadshow di presentazione internazionale dei diritti tv della serie A (domani a Londra) si apre quindi un nuovo fronte di discussione. E soprattutto un nuovo scenario, alla luce della disponibilità al dialogo manifestata da Infront.