Lettera a un giovane calciatore, di Darwin Pastorin (foto: Chiarelettere)
Lettera a un giovane calciatore, di Darwin Pastorin (foto: Chiarelettere)

Quando ho visto in libreria il nuovo libro di Darwin Pastorin, Lettera a un giovane calciatore, ho avuto paura. Ho temuto di essere di fronte a un nuovo manifesto contro il calcio moderno, pieno di buone intenzioni ma poco realistico.

Per fortuna niente di tutto questo; del resto l’autore dava certe garanzie: giornalista sportivo per carta stampata e poi tv da oltre 30 anni, sempre con uno stile unico e mai banale.

Certo, il punto di partenza è quello: il calcio moderno non piace a Pastorin. E su questo siamo d’accordo. Ma come fare per continuare a poter seguire il gioco che più amiamo senza dover storcere il naso continuamente per i miliardi al vento, le tournée cinesi, le amichevoli a Dubai, i procuratori onnipotenti, le fidanzate dei calciatori su Twitter eccetera eccetera?

Darwin Pastorin, Lettera a un giovane calciatore
Darwin Pastorin, Lettera a un giovane calciatore

La ricetta di Pastorin è semplice: la poesia. Una poesia non scritta ma praticata – e praticabile – con un pallone tra i piedi.

Ecco quindi che il giovane calciatore del titolo non riceve consigli da seguire alla lettera, né diventa un povero ragazzino scaraventato nel mondo del pallone 2.0 fatto soltanto di marketing e starlette.
Quel ragazzino è piuttosto l’alter ego di tutti noi appassionati, “malati di calcio”, con ancora tutte le strade aperte: giocare in serie A come sudare sui campetti in terra del sabato pomeriggio, seguire il calcio allo stadio per una testata giornalistica o guardarlo solo in tv.

Maradona in gol contro l'Inghilterra nell'86
Maradona in gol contro l’Inghilterra al Mondiale dell’86

Per Pastorin ovunque si gioca a pallone con questa passione, a qualsiasi livello, si entra immediatamente a far parte di un’epica mondiale che, oltre a noi, ragazzini di tutte le età, comprende anche Maradona, Best, Meroni, Crujiff, Pablito Rossi, Osvaldo Soriano, il Grande Torino, Pelè e Pietruzzo Anastasi.

A chi dovesse obiettare che gli esempi citati, portati per spiegare capitolo per capitolo le componenti del gioco più bello del mondo (fantasia, rigore, sconfitta, tifo, etc) sono troppo alti, vertici irraggiungibili, si può rispondere dicendo che anche quando si studia disegno si prendono come modelli Raffaello, Giotto e Caravaggio, e non Teomondo Scrofalo!

I grandi protagonisti del calcio non sono altro che testimoni (il calcio markettaro direbbe testimonial) di quanto sia bello e appassionante questo sport, del quale non riusciamo proprio a fare a meno.

football-720272_960_720La risposta di Pastorin ai tanti mali del calcio moderno è proprio questa: un romantico tributo (ma senza avere le fette di salame sugli occhi) alla grande poesia del pallone che c’è stata, c’è, e sempre ci sarà!

Lettera a un giovane calciatore, Darwin Pastorin, Chiarelettere, 2017, 144 pag.

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