L’uomo più veloce del mondo si ferma. Usain Bolt ha detto basta: i Mondiali di Londra sono stato l’ultimo evento a cui il giamaicano ha partecipato. Un triste epilogo, considerando come si è conclusa: solo bronzo nei 100 e l’infortunio nell’ultima frazione della 4×100, con la Giamaica in lotta per il podio.
Nonostante il finale non sia stato di quelli attesi, Usain Bolt ha rappresentato comunque il top dell’atletica mondiale per quasi 10 anni. Non solo in pista, dove ha fatto man bassa di tutti i titoli della velocità possibili, record compresi: ma anche fuori dalla pista, nel portafoglio.

A cambiare la vita del velocista giamaicano sono state le Olimpiadi 2008, in cui Usain Bolt si è messo per la prima volta in luce davanti al mondo intero: tre ori, tre record del mondo, seppur quello nella 4×100 venga poi cancellato per la positività di Nesta Carter. Un dominio che fa diventare Bolt anche un personaggio: ai Giochi di Pechino si è presentato accompagnato solo da due sponsor, la Puma (che si è legata a lui fin da quando aveva 16 anni) e la compagnia telefonica giamaicana Digicel. Da lì, l’esplosione.
Un portafoglio di partnership in cui Puma oggi resta la principale (vale circa 10 milioni annui), e di cui fanno parte 10 sponsor globali (oltre a 7 sponsor regionali): All Nippon Airways, Celcom, Digicel, Gatorade, Hublot, Nissan, Optus, Puma, Regupol, Virgin Media che vanno da uno a quattro milioni di dollari all’anno. Accordi che hanno permesso a Bolt di salire sempre più su nella classifica degli atleti più pagati al mondo: nel 2009 i suoi guadagni si aggiravano intorno ai 3 milioni di dollari, nel giro di 8 anni si sono praticamente decuplicati.
Secondo Forbes, infatti, la progressione di Bolt è stata imperiosa anche nei ricavi: è passato da guadagnare 20,3 milioni nel 2012 (63° tra i 100 sportivi più pagati) fino a 34,2 milioni nel 2017, guadagni che gli hanno permesso di occupare il 23° posto tra gli atleti più pagati al mondo, vicino ad altri big dello sport come Jordan Spieth e Conor McGregor.
Anno | Guadagni | Posizione |
2017 | 34,2 | 23 |
2016 | 32,5 | 32 |
2015 | 21 | 73 |
2014 | 23,2 | 45 |
2013 | 24,2 | 40 |
2012 | 20,3 | 63 |
Tutto merito degli sponsor, perché i ricavi dalle gare sono veramente minimi. Basti pensare che la Federazione giamaicana premia ogni oro olimpico con “soli” 10mila dollari, mentre i premi fissati dalla IAAF (la Federatletica internazionale) per i Mondiali sono di 60mila dollari per ogni oro e 100mila dollari per ogni record del mondo. A garantire i maggiori introiti dalla pista sono i meeting, ma la differenza tra sponsor e gare resta nettissima: nel 2017, sempre secondo Forbes, ha incassato 2,2 milioni di premi e 32 milioni di sponsorizzazioni.
Non a caso, Bolt è anche l’unico atleta nel 2017 nella lista Forbes degli sportivi più pagati: si parla di guadagni 10 volte maggiori rispetto ad altri campioni della pista come l’inglese Mo Farah, stella assoluta del mezzofondo. Soldi che entreranno nelle tasche del giamaicano anche dopo il ritiro, considerando il peso della sua immagine: non a caso, Puma ha scelto di legarsi fino al 2025, ben oltre la fine della carriera. Segno che il traguardo è arrivato, ma il cronometro (dei milioni) continuerà a scorrere per Usain Bolt.