«C’è questa tendenza a Roma di inventare qualcosa, sembra che sentano questa esigenza di svegliarsi al mattino e inventare delle notizie. Questa mattina mi sono svegliato e ho letto con profondo stupore quello che un giornalista in particolare ha detto. Prima di entrare nei dettagli vorrei sfidare questo giornalista in un faccia a faccia e dimostrarmi che sia la verità quello che scrive. Se è la verità sarò felice di portarlo a cena e dargli 50 mila dollari. Sono stufo di chi inventa queste cose».
Così James Pallotta dopo la partita di Champions Roma-Atletico Madrid di settimana scorsa. Parole dure ma ancor più incredule, pronunciate a Roma Radio, il network di proprietà della società giallorossa.
Lo sfogo – come si evince dalle parole del presidente – è soltanto l’ultimo (in ordine di tempo) capitolo di un rapporto tra la società capitolina e la stampa che ha sempre avuto caratteristiche conflittuali.
Dalle parole di Sensi «se avessi avuto una grande stampa romana…» per provare a spiegare l’unicità dello scudetto del 2001, al rapporto di amore-odio con Rudi Garcia, fino alle “liste” di giornalisti sgraditi di Luciano Spalletti al suo ritorno a Roma, dirigenti e allenatori giallorossi si sono sempre scontrati contro alcune testate giornalistiche, in un contesto che non ha eguali in Italia.
E non ha eguali in Italia anche il fatto che, soltanto a Roma, esistano ben 9 emittenti radiofoniche interamente dedicate alla società che fu di Dino Viola, che trasmettono 24h su 24.
Di loro parla Gabriele Nobile nel suo “Ambiente romano. I Campioni del calcio parlato”, recentemente edito per Ultra/Castelvecchi.
Il fine ultimo del lavoro di Nobile è proprio cercare di capire se e quanto il contesto dei media romani (nei quali l’autore peraltro lavora) abbia influito nel tempo sui risultati sul campo dell’As Roma.
Il libro, costruito attorno a tantissime interviste esclusive a dirigenti, ex calciatori e giornalisti del mondo giallorosso, parte da una breve storia delle radio romane, figlie e sorelle delle radio e soprattutto televisioni indipendenti degli anni Settanta e Ottanta.
Da questo “laboratorio mediatico” sono usciti giornalisti come Sandro Piccinini, Michele Plastino (il vero deus ex machina iniziale), Caressa, Cerqueti, Mattioli, Caputi, Marianella e Pardo…
Operazioni talvolta nate in sordina ma poi divenute punto di riferimento fondamentale per la tifoseria romana.
I numeri di oggi raccontano una situazione unica e incredibile, con una stima di 700.000 persone che quotidianamente seguono le notizie sulla Roma attraverso un’emittente radiofonica!
Oltre a chiedere a tutti gli intervistati se i media locali abbiano portato o tolto vittorie ai giallorossi (con risposte, trasversali a giornalisti ed ex atleti, che spaziano dal “tantissimo” al “per nulla”), Nobile ha posto anche il quesito su come mai proprio nella capitale si sia creato un simile fiorire di radio a tema calcistico (anche la Lazio può vantarne parecchie).
La risposta più frequente, oltre alla passione del tifoso romanista, è stata spiazzante nella sua semplicità: il traffico.
Non è una battuta come in Johnny Stecchino. Molti degli intervistati hanno dichiarato che stando i romani tantissimo tempo in macchina, la miglior compagnia che possano cercare è quella della propria squadra del cuore attraverso la radio.
Guidare nel traffico o fa infuriare o porta a sognare. E sognando si inventano anche cose, Mr. Pallotta…
Gabriele Nobile
Ambiente romano. I Campioni del calcio parlato [Ultra/Castelvecchi, 2017, 276 pag,, 16,90 euro]