Anche in NBA non bastano i diritti tv per tenere in equilibrio i conti. Come riporta ESPN.com, infatti, quasi la metà delle franchigie hanno avuto bilanci in rosso nella stagione 2016/17.
Secondo i documenti finanziari confidenziali sull’NBA ottenuti da ESPN.com, il risultato netto è stato negativo per ben 14 team su 30: in cinque casi, però, il sistema di ridistribuzione dei ricavi tra le franchigie ha permesso di riportare il segno più nei conti, lasciando in rosso “solamente” Atlanta Hawks, Brooklyn Nets, Cleveland Cavaliers, Detroit Pistons, Memphis Grizzlies, Milwaukee Bucks, Orlando Magic, San Antonio Spurs e Washington Wizards.
Risultato netto | Risultato netto, dopo la ridistribuzione dei ricavi | Risultato Operativo |
---|---|---|
Bucks | Bucks | Bucks |
Grizzlies | Cavaliers | Grizzlies |
Hawks | Hawks | Hawks |
Hornets | Grizzlies | Hornets |
Kings | Magic | Magic |
Magic | Nets | Nets |
Nets | Pistons | Pacers |
Pacers | Spurs | Pistons |
Pelicans | Wizards | Trail Blazers |
Pistons | Wizards | |
Suns | ||
Timberwolves | ||
Trail Blazers | ||
Wizards |
“Le squadre nei piccoli mercati hanno detto che abbiamo bisogno di gestire meglio le nostre attività in modo da poter fare soldi”, ha confidato una fonte vicina ad un proprietario di una franchigia NBA a ESPN.com. “Ma le squadre nei più grandi mercati possono gestire male le proprie attività e fare soldi comunque”.
La differenza, spiega il portale statunitense, è resa evidente dal paragone tra i Los Angeles Lakers e i Memphis Grizzlies. Il team californiano, nonostante una stagione da sole 26 vittorie, ha realizzato un risultato netto positivo per 115 milioni di dollari, anche dopo aver ridistribuito alle altre squadre una cifra pari a circa 49 milioni di dollari (in base al sistema di sharing revenue in funzione in Nba): molto è merito dell’accordo per la cessione dei diritti tv locali, tra i quali spiccano i 149 milioni di dollari incassati da Time Warner.
Al contrario i Grizzlies hanno centrato i playoffs per il settimo anno consecutivo, ma dal punto di vista finanziario faticano: il rosso è stato di circa 40 milioni di dollari, con soli 9,4 milioni incassati dai diritti tv dei media locali (per i quali è in atto una nuova trattativa, ma che difficilmente porterà grandi incassi in più, considerando che secondo Nielsen è il più piccolo mercato di tutta l’Nba). “I ricavi nazionali permettono di far crescere il salary cap, ma i ricavi locali sono necessari per tenere il passo con gli stipendi dei giocatori”, ha spiegato un proprietario a ESPN. “Se una squadra non può generare abbastanza entrate locali, perde soldi”.
Per quanto riguarda il sistema di revenue sharing, 10 franchigie hanno ridistribuito 201 milioni di dollari complessivi ad altre 15 squadre nella stagione 2016/17 (Toronto, Brooklyn, Miami, Dallas e Philadelphia non hanno nè versato nè ricevuto). Quattro squadre, ovverosia Warriors, Knicks, Lakers e Bulls, hanno versto complessivamente 144 milioni di dollari, ovvero il 71,5 per cento dell’intera quota di revenue sharing. Un sistema che potrebbe essere rivisto già nella riunione del Board of Governors del campionato che si terrà il 27 e 28 settembre a New York.
Complessivamente, le 30 squadre hanno avuto un risultato netto pari a più di 530 milioni di dollari nella stagione 2016-17, prosegue ESPN. Senza considerare che in questi numeri sono comprese solo le operazioni legate al basket: alcune squadre, ad esempio, possiedono la propria arena e in questi conti non sono inseriti gli eventi extra-basket (come concerti ecc).