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Russia 2018 conosce già 23 protagoniste su 32 del prossimo mondiale che si giocherà nel mese di giugno 2018, a partire naturalmente dalla Russia che sarà presente in qualità di paese ospitante.

Il dato che fa riflettere – ma che ha ampie giustificazioni dal punto di vista sportivo – riguarda l’esclusione in massa di tutte le nazionali dei mercati emergenti. 

Scontata quella del Qatar, che ospiterà la manifestazione 2022. Annunciata da tempo quella della Cina, a cui non è servita la (tardiva) cura di Marcello Lippi (confermato comunque come CT) che sta entrando prepotentemente nel calcio mondiale ed aspira presto a ospitare un Mondiale (2034?).

Più sorprendente quella degli Usa, che non fallivano l’appuntamento da 28 anni. Da Italia ’90 in poi – quando si qualificò per la prima volta in 40 anni, ultima partecipazione nel ’50 in Brasile – la nazionale a stelle e strisce era un habituè. Stavolta non ce l’ha fatta, è arrivata quarta nel proprio girone lasciando all’Honduras il compito di spareggiare contro l’Australia.

Di certo non si può dire che sul piano sportivo la FIFA favorisca certe nazioni piuttosto che altre per motivi di sponsorizzazioni.

Più realistico, invece, dire che una parte dell’audience potenziale che Cina e Usa avrebbero garantito, potrebbe marginalmente svalutare il prodotto (certamente in termini di diritti tv commercializzati in quei paesi).

Del resto è un dato di fatto – anche se non una novità assoluta – che i 4 paesi più popolosi al mondo (Cina, India, Stati Uniti e Indonesia) non siano presenti.

Solitamente ce n’erano 2 su 5 (Brasile e Usa) e per Corea Giappone si arrivò a 3 su 5 (Cina). Stavolta solo 1. 

Ci sarà infatti – e non poteva essere altrimenti – il quinto paese più popoloso al mondo, ovvero il Brasile, primo a qualificarsi, nel mese di marzo scorso, e vincitore del gruppo Sudamericano di qualificazione.

Nell’ultima giornata di partite si sono aggiunte le altre Sudamericane, in ordine di piazzamento nel girone: Uruguay, Argentina, Colombia. 

La vittima di lusso è il Cile, che lascia al Perù il posto playoff a causa della differenza reti.

Già qualificate sin da quest’estate, pure l’Iran (giugno) e il Giappone (agosto). A loro si sono aggiunte ad inizio settembre la Corea del Sud e l’Arabia Saudita.

In Nord America tutto ok per il Messico (qualificatosi l’1 settembre scorso) a cui si sono aggiunti il Costarica e Panama. 

L’Europa ha invece già qualificato 9 delle sue 13 squadre. Già in Russia era il Belgio che aveva anticipato tutti in settembre. Ottobre invece ha detto bene a Germania, Inghilterra, Spagna, Polonia, Serbia, Islanda, Francia e Portogallo.

Semaforo verde, infine, anche per 2 delle 5 africane aventi diritto: Nigeria e Egitto hanno infatti staccato il biglietto per Mosca.

Da dove usciranno i nomi delle ultime 9 qualificate?

Innanzitutto dagli spareggi europei (4 posti) che vedranno in campo in novembre le formazioni arrivate al secondo posto nei gruppi. Il sorteggio avverrà martedì prossimo (17 ottobre) nel pomeriggio. Nell’urna: Croazia, Danimarca, Grecia, Italia, Irlanda, Irlanda del Nord, Svezia e Svizzera.

Esclusa la Slovacchia che è stata la peggiore delle 9 seconde piazzate: niente mondiale, quindi, per il napoletano Marek Hamsik.

Da completare anche le qualificazioni di 3 gironi africani (2 su 5 al momento le qualificate). In corsa: Tunisia e Congo nel girone A, Marocco e Costa d’Avorio (scontro diretto l’11 novembre, marocchini avanti di un punto) nel girone B, Senegal e Burkina Faso nel girone D.

Infine 2 nomi usciranno dai playoff incrociati che vedranno affrontarsi Perù e Nuova Zelanda in quello misto Sud America – Oceania e AustraliaHonduras in quello tra Asia e Centro Nord America.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting