Ripartizione diritti tv Serie A metodo Premier League – Il metodo Premier League è senza dubbio il più nominato quando si parla di diritti tv. Un metodo che, dati alla mano, è il più equo in Europa tra i 5 campionati maggiori in quanto a ripartizione dei ricavi da diritti tv.
Nell’ultima stagione, la lega inglesa ha distribuito alle sue 20 squadre poco meno di 2,4 miliardi di sterline: si va dai 150,8 milioni di sterline del Chelsea (pari a circa 170 milioni di euro) ai 93 milioni del Sunderland retrocesso (circa 105 milioni di euro).
Il rapporto tra il Chelsea e l’ultima classificata è di 1.6, di poco superiore al record della scorsa stagione (1.5, mai la suddivisione era stata così “equa” in Premier). Un metodo che, grazie alle cifre complessive incassate, permette di mantenere alta la competitività delle big e allo stesso tempo permette alle medio-piccole di avere accesso a risorse economiche importanti. Seppur le squadre più importanti stiano spingendo per rivedere le modalità, quantomeno per i diritti tv internazionali.
La suddivisione avviene in base a cinque categorie: una parte (circa il 43%) viene suddivisa equalmente tra i 20 club, così come i diritti tv esteri e una parte di ricavi commerciali; la Facility Fees riguarda invece i numeri di passaggi in televisione per ciascuna squadra (in Inghilterra, infatti, non tutte le gare sono trasmesse in tv); infine, il Merit Payment fa riferimento alla posizione in classifica al termine del campionato.
Ripartizione diritti tv Serie A metodo Premier League, e in Italia?
Qual è la situazione attuale in Serie A? Decisamente diversa. Negli ultimi giorni vi abbiamo proposto quale potrebbe essere la ripartizione dei diritti tv con il nuovo contratto per il triennio 2018/21. In base alle nostre stime, le 20 squadre dovrebbero ricevere circa 1,2 miliardi di euro, in pratica la metà della Premier League. E, in base all’attuale metodo di distribuzione, questi dovrebbero essere i ricavi squadra per squadra.
Con l’attuale sistema, la prima, ovverosia la Juventus, guadagnerebbe circa 141 milioni di euro, mentre l’ultima, il Sassuolo, circa 32 milioni: si parla di un rapporto tra prima e ultima pari a 4,4.
Come può cambiare questo rapporto utilizzando il sistema attualmente in vigore in Premier League?
Partiamo da una nota metodologica: poiché in Italia tutte le partite sono trasmesse in diretta, il calcolo dei passaggi in tv della Facility Fees inglese è stato sostituito con lo studio sui bacini d’utenza e sui tifosi utilizzato attualmente dalla Lega Serie A.
Nonostante la differenza importante per quanto riguarda le tifoserie, il rapporto tra prima e ultima si riduce notevolmente: tra Juventus e Benevento il rapporto è di 2,6 1 a 1, contro il rapporto di 4,4 a 1 di cui sopra.
Ovviamente, a farne le spese sarebbero le big, che vedrebbero ridursi i ricavi in maniera significativa.
Ad aver il maggior calo sarebbero Juventus (-28 milioni), Milan (-22) e Roma (-17), con anche Inter, Lazio, Napoli, Fiorentina e Genoa che vedrebbero diminuire i propri ricavi; al contrario, tutte le altre avrebbero un segno positivo, dal +0,8 milioni del Torino fino al +12 milioni del Cagliari e al +13 del Crotone.
Bellissimo ed utilissimo articolo. Peccato che la visione miope di coloro che hanno affossato il calcio ed il campionato italiano fino ad arrivare a calciopoli, cioè delle grandi famiglie che gestivano e gestiscono la questione e della loro rete di adoratori, non permetta loro di capire che anche le 8 squadre che nell’immediato ci perderebbero vedrebbero nel medio periodo un grande aumento dei ricavi dagli introiti derivanti dall’estero che surclasserebbe le perdite nell’immediato.
Del Piero dixit che calciopoli affossò il calcio italiano, concetto banale e fuorviante. Calciopoli mostrò al mondo intero cosa c’era dietro le grandi della serie A e la nostra credibilità, a braccetto con l’appetibilità internazionale del nostro calcio re risultò affossata.
La ripartizione dei diritti TV italiana attuale è la dimostrazione che l’aria che tira è sempre la stessa, anche se non vengono più chiusi arbitri negli spogliatoi e girano meno rolex.
La sudditanza degli arbitri è stata istituzionalizzata dai media perchè è ultra ovvio che sbagliare a sfavore di una “grande” ha enormemente più risalto che sbagliare a sfavore di una “piccola”, da cui segue che la carriera degli arbitri che sbagliano meno a sfavore delle “grandi” ne risulta avvantaggiata, che siano volontari o no gli errori non cambia nulla.
Tutte banali ovvietà in un paese normale ma noi non lo siamo, perseveriamo nell’incapacità di innescare una spirale positiva nel calcio come in altri campi, la storia racconterà l’Italia mediocre che stiamo vivendo.
L’eliminazione dai mondiali potrebbe rappresentare l’occasione per un’inversione di rotta ma io non ci credo più, mi godo la VAR e continuo a seguire il calcio con pochissimo trasporto.
Non è vero !!! Collina , nemico storico della Juventus ha fatto più carriera di tutti in Italia e in Europa.