Enrico Preziosi mette un freno alle voci su una svolta positiva nella trattativa con Giulio Gallazzi (in seguito al summit di venerdì con Beniamino Anselmi) e anche se non esclude completamente un futuro ritorno in scena dei manager di “Sri Group” («ma solo se saranno rispettate le mie condizioni di garanzia per il Genoa»), almeno per il momento esclude l’avvio di nuove trattative per la cessione del club.
Prima di riaprire il dossier sulla cessione, come viene fatto notare dal Secolo XIX, il Genoa deve essere rimesso in sicurezza in classifica. Ma c’è anche un aspetto finanziario altrettanto importante.
Sui conti del club più antico d’Italia è infatti in corso una due diligence da parte di Deloitte. Fino a quando non sarà finita (almeno un paio di settimane) non potranno esserci nuove valutazioni sul Genoa.

Discutere ancora della cessione del Genoa al gruppo di Gallazzi, sostiene il presidente rossoblù, adesso non ha senso. Almeno fino a quando Deloitte non avrà completato e costruito la “data room” con i bilanci e i conti in chiaro del Grifone. A quel punto chiunque, e quindi anche Gallazzi, potrà affacciarsi e – con le garanzie richieste – fare un’offerta complessiva.
Nel medio termine, l’obiettivo di Preziosi rimane quello di passare la mano. «Il club è in vendita, porte aperte a chiunque, anche a Gallazzi. Ma devono esserci le giuste condizioni», ha spiegato ieri il patron rossoblu.

In questo senso Preziosi starebbe sondando anche altre piste alternative alla proposta di Gallazzi e di Sri Group.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore l’attuale proprietario del Genoa avrebbe avviato contatti iniziali con l’imprenditore elvetico Bernhard Burghener, proprietario del Basilea Calcio e attivo nel campo dei media.
«Noi non chiudiamo le porte a nessuno», ha detto più volte Preziosi. «Ma adesso non ci sono trattative in corso», sostiene perentorio.