Conti a bilancio in calo per il gruppo di telecomunicazioni inglese BT. Nel secontro trimestre il più grande operatore telefonico in Europa ha infatti fatto registrare un calo sia nell’utile lordo che nel fatturato.
Il secondo trimestre di BT Group si è chiuso con un utile lordo di 666 milioni di sterline, contro i 671 milioni di un anno fa, e un fatturato di 5,95 miliardi, dai 6,01 miliardi di un anno prima (-1%). Si tratta di un utile per azione pari a 5,3 pence, in calo del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile lordo senza considerare le componenti straordinarie è sceso da 873 a 789 milioni di sterline, mentre l’Ebitda rettificato è sceso del 4% a 1,811 miliardi di sterline.
“Alla luce dell’andamento sostanziale del business, confermiamo l’outlook sull’intero anno”, ha detto il Chief Executive, Gavin Patterson. Sul listino londinese il titolo segna un rosso dell’1,31% a 257,10 pence.
A rallentare i conti sono stati anche gli investimenti nei diritti televisivi per lo sport, in particolare quelli per la Premier League, che hanno fatto salire i costi operativi del 2% complessivo. Attualmente BT, attraverso la sua divisione sportiva BT Sport, spende 320 milioni di sterline per stagione per mandare in onda le partite del campionato inglese, mentre nel mese di marzo ha ottenuto la possibilità di trasmettere le edizione dal 2018 al 2021 di Champions ed Europa League per 1,18 miliardi di sterline.

Inoltre, lo scorso luglio ha anche acquistato i diritti per poter trasmettere l’European Rugby Champions Cup e l’European Rugby Challenge Cup, ovverosia le due principali competizioni continentali di rugby per club: alla Champions Cup possono partecipare solamente le squadre delle federazioni che fanno parte del Sei Nazioni (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda, Francia e Italia), mentre alla Challenge Cup anche le altre formazioni europee.