Diritti tv Mondiali. La mancata qualificazione degli azzurri alla fase finale del Mondiale ha portato a stravolgimenti su tutti i fronti. Tra coloro che hanno risentito di più di questa debacle ci sono ovviamente le televisioni, già pronte a sfoderare la propria offerta per poter acquistare i diritti televisivi delle partite di Russia 2018, ma che ora dovranno rivedere i propri piani in seguito all’eliminazione degli Azzurri.

Le televisioni, in pratica, si preparano a vivere un Mondiale “low cost”. La Rai, da questo punto di vista, potrà in parte trarre beneficio considerando i suoi conti in sofferenza. Come riportato da “La Repubblica”, ad agosto, la tv di Stato stimava perdite per almeno 80 milioni nel bilancio del 2018. E un passivo così pesante sarebbe stato conseguenza quasi automatica dell’investimento per il Mondiale di Russia, con l’Italia di Ventura presente. Un investimento da 80-90 milioni, anche se in realtà, la Rai ha stanziato addirittura 120 milioni per le partite. La tv di Stato avrebbe poi trattenuto per sé le 25 migliori, da proporre in chiaro, e prima del fischio d’inizio del 14 giugno 2018, Viale Mazzini avrebbe girato a Sky i diritti dell’intera competizione, recuperando 40 milioni dei 120 spesi.
Diritti tv Mondiali, le televisioni pronte a una nuova offerta
La preoccupazione principale era che quest’Italia rischiasse di uscire già al girone eliminatorio del Mondiale, dopo soltanto tre partite. È andata così in Brasile nel 2014, e in Sudafrica nel 2010. La Rai e Sky, quindi, rischiavano di puntare una fiche da 120 milioni: un’enormità su un’Italia dal destino forse segnato. E lo sforzo di Mediaset non sarebbe stato da meno, anzi. Il gruppo Berlusconi si è spinto a offrire 130 milioni per il Mondiale – con gli azzurri – per trasmetterlo in parte su Premium – a pagamento – e in parte in chiaro.
Adesso tutte le televisioni in campo immaginano di spendere quantomeno la metà per i diritti di messa in onda. E l’uscita degli Azzurri dalla competizione, almeno da questo punto di vista, non è un male.
Nessuna delle emittenti, però, medita di sfilarsi dall’asta per il Mondiale. La Rai, se restasse senza partite dalla Russia, verrebbe investita da mesi di polemiche continue, con un’inevitabile ricaduta sulla popolarità del governo. Anche il calcio muove i suoi voti, soprattutto alla vigilia delle Politiche. Per questo, Viale Mazzini proverà a comprare comunque le migliori 25 gare della competizione, incoraggiata da un ultimo elemento: potrà spendere molto meno del solito per la produzione di un Mondiale senza l’Italia, senza il suo ritiro blindato e le conferenze stampa quotidiane.
Diritti tv Mondiali, la trattativa con Media Partners & Silva Limited
L’evento russo, peraltro, si salderebbe con quelli a venire. Parliamo delle future amichevoli degli azzurri, delle gare di qualificazione agli Europei del 2020 e della Nations League, il nuovo torneo UEFA. Per queste tre cose – che produrranno almeno 40 sfide in 4 anni – la Rai ha stanziato tra i 100 e i 120 milioni. A sua volta Sky, per filosofia editoriale, punta a offrire ai clienti ogni cosa sia alla sua portata. Dopo la Copa América del 2016, dopo la Confederations Cup del 2017, adesso la pay-tv di Rupert Murdoch è in corsa per il Mondiale russo. Ha contro il “nemico” Mediaset, che pure è motivato.

Certo, la Rai, Sky e Mediaset dovranno comunque sedersi al tavolo con la Media Partners & Silva Limited, cioè con la società che ha comprato dalla Fifa i diritti del Mondiale di Russia e che ora li rivende alle emittenti. Rai e Mediaset avrebbero già pronta una offerta al ribasso – a Media Partners & Silva Limited – dopo l’uscita dell’Italia. Normale che si siano cautelate. Ma c’è anche chi sostiene che l’offerta ci sia già stata e che sia ricchissima. Spetterà ora alle due tv italiane dimostrare che la somma è “eccessivamente onerosa”, alla luce dell’eliminazione azzurra.