Antimafia, tassa sulle scommesse. L’intero anno di lavoro – 42 audizioni, 30 sedute e 2 sopralluoghi negli stadi – che ha prodotto 99 pagine di relazione firmata dalla presidente Bindi e dal presidente del comitato “mafia e sport” Di Lello, ha portato a proposte di intervento immediato da discutere prima dello scioglimento delle camere.

Come riportato da “La Repubblica”, un punto fondamentale risiede in un emendamento già presente nella legge di bilancio: si tratta di un ulteriore prelievo sulle scommesse – che già garantiscono un gettito tra gli 8 e i 9 miliardi all’anno – da destinare alla sicurezza negli stadi. Si parla in pratica di tecnologia attualmente carente come telecamere ad altissima risoluzione per identificare chi sgarra, oltre a forze dell’ordine e steward. Insomma, una sorta di “tassa” per i bookmaker che possa migliorare il sistema calcio.

Antimafia, tassa sulle scommesse e attenzione particolare ai bookmaker

Particolare attenzione è stata dedicata alle scommesse, e tra le proposte vi è quella di un azzeramento della possibilità di puntare su dilettanti e Serie C, troppo permeabili dalla criminalità organizzata. Ma soprattutto limitazione alle giocate “fantasiose”, come calci d’angolo o addirittura situazioni extra sportive.

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Altro punto centrale è il cosiddetto super daspo: si tratta dell’estensione del divieto d’accesso a manifestazioni sportive a chi abbia commesso reati come risse o aggressioni, come prevenzione. Aggiungendo al daspo l’obbligo di firma automatico (oggi il giudice può prevederlo facoltativamente), visto che il ticketing on line consente a tanti di aggirare i divieti.

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