«La Var va meglio delle previsioni. Siamo in grado di poter dire dopo soli 4/5 mesi di applicazione e comunque dopo il girone di andata che i risultati sono positivi. Su 900 casi, in totale, sono stati commessi solo 5 errori». C’è soddisfazione nelle parole del presidente degli arbitri Marcello Nicchi, che ai microfoni di “Radio Crc” è tornato a parlare dell’assistenza video in campo e ha ribadito i dati positivi dopo il girone di andata.
Nicchi ha sottolineato come la Var abbia restituito serenità negli stadi: «La Var analizza sempre tutto: i gol regolari, fuorigioco, scambio di persone e in 900 casi analizzati, la Var ha quasi sempre lasciato correre perché era corretta la decisione dell’arbitro, in 70 di questi casi, la Var ha interloquito con l’arbitro in campo e in 20 occasioni ha cambiato le decisioni del campo. Su 900 casi, in totale, sono stati commessi solo 5 errori quindi il bilancio è positivo».
«Lo strumento fa giustizia e gli arbitri lo utilizzano con grande entusiasmo. Poi, stiamo lavorando per migliorarlo, ma i risultati sono incoraggianti. La Fifa e la Uefa ci prendono come esempio da esportare perché l’Italia sta diventando, dal punto di vista arbitrale, un punto di riferimento nel mondo», ha spiegato Nicchi.
L’impatto del Var sul tempo effettivo? In Serie A si gioca più della scorsa stagione
Poi una chiusura sul comportamento degli arbitri: «Ritengo offensivo pensare che alcuni arbitri rifiutino la tecnologia: gli arbitri sono entusiasti. Calvarese mai al Var? Quando arbitravo, mi è capitato di non concedere rigori in 10 partite consecutive e poi concederne 3 in una sola partita. Siamo in fase abbastanza sperimentale e qualche discrasia da sistemare può esserci. Non mi va di parlare del singolo arbitro, ma di far sapere la verità: l’arbitro in campo resta centrale perché è colui che prende la prima e l’ultima decisione».