Alessandro Antonello, amministratore delegato dell'Inter (foto ufficio stampa Inter)

Antonello Inter. Intervistato da “Il Corriere della Sera”, l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello ha parlato a tutto campo degli obiettivi dei nerazzurri dentro e soprattutto fuori dl campo. «A luglio la strategia era chiara: ritorno in Champions nel rispetto del fair play finanziario. Dobbiamo bilanciare la parte tecnica ed economica. La crescita deve essere organica dal punto di vista commerciale per arrivare a una “destagionalizzazione” dei risultati. Come per il Manchester United: se un anno non centra l’obiettivo non è un dramma, perché la struttura è solida».

Antonello si è soffermato in particolare su temi caldi come quello del Financial Fair Play e dei club che riescono a spendere cifre rilevanti: «Non voglio parlare di doping finanziario, ma girano cifre importanti che meritano una riflessione. Chiaro che tutti devono rispettare le regole e l’Uefa vigilerà. Se qualcuno non rispetta le regole e non viene punito il sistema perde di credibilità».

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Alessandro Antonello, ad dell’Inter

Un tetto potrebbe essere messo anche agli stipendi dei giocatori, per aiutare le società: «Dovrebbero pensarci Fifa e Uefa, non può farlo l’Italia da sola. La regola deve valere per tutti. Il salary cap? Semplice da pronunciare, ma bisogna vederlo all’atto pratico».

Antonello Inter, investire in Cina per sfruttare la base creata da Suning

L’Ad torna poi sull’Inter e sulla gestione Suning: «Il governo cinese ha imposto uno stop per difendere la propria valuta. Ciò significa più controlli ed è inevitabile incontrare un rallentamento. Suning però sta facendo tutti gli investimenti necessari per riportare l’Inter in alto. Perché sfruttare il mercato cinese? Perchè Suning fattura 53 miliardi di dollari l’anno, ha 250 milioni di persone registrate online. L’Inter può sfruttare questa base, con una crescita organica. Il mercato del calcio cinese ha bisogno di tempo per maturare».

Antonello Inter, tra il successo per l’emissione del bond e la ristrutturazione di San Siro

L’emissione di un bond da 300 milioni è stata un’operazione importante, che secondo Antonello ha dato i risultati sperati: «È stato un successo. Un club che riesce a raccogliere quella cifra a un tasso del 4,8% mostra solidità e credibilità. La domanda era doppia. L’operazione del bond è quella che avrebbe fatto un qualsiasi imprenditore. Se il mercato crede in te ti premia. Non è giusto chiedere sempre alla proprietà».

Il 5 febbraio vertice tra Milan, Inter e Comune sul futuro di San Siro

Chiusura sullo stadio e sulle strutture legate alla società: «Dobbiamo vedere come proseguire nella gestione di San Siro. Il futuro dello stadio sarà al centro dell’incontro del 5 febbraio tra noi, il Milan e il Comune. Lo stadio deve vivere tutti i giorni, non solo la domenica. Le aree hospitality devono passare dal 4% attuale al 14%. La capienza scendere a 60 mila. Parliamo di un investimento da circa 150 milioni. Centro sportivo? Siamo ancora alle fasi preliminari ma un nuovo centro rimane un progetto strategico. Tutti i grandi club europei hanno centri sportivi all’avanguardia».

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