Come ogni stagione, anche per quella in corso il sito sportintelligence.com stila l’annuale ricerca sui monti stipendi delle società facenti parte ai campionati più ricchi degli sport di squadra: la Global Sports Salaries Survey 2017.
La ricerca prende in considerazione quelle leghe nella quale vengono elargite le somme di denaro più alte con destinazione le tasche dei propri atleti. È necessario premettere che tale analisi viene svolta prendendo in considerazione gli stipendi annuali per giocatore considerati in due valute, in dollari statunitensi e in sterline inglesi. Nelle righe di seguito vengono presi in considerazione i “presidenti” americani.
Per la stagione 2017/18, tra le prime dieci posizioni troviamo sette squadre facenti parte della NBA, la lega professionistica di basket a stelle e strisce, due società della Liga spagnola e un team partecipante alla Ligue 1 francese. Nello specifico, i salari annuali per giocatore ammontano a:
- Oklahoma City Thunder (NBA) = $ 9.295.504,00
- Cleveland Cavaliers (NBA) = $ 8.995.628,00
- Golden State Warriors (NBA) = $ 8.940.786,00
- FC Barcellona (Liga) = $ 8.576.750,00
- Paris Saint-Germain (Ligue 1) = $ 8.414.061,00
- Charlotte Hornets (NBA) = $ 8.379.766,00
- Portland Trail Blazers (NBA) = $ 8.364.772,00
- Los Angeles Clippers (NBA) = $ 8.331.098,00
- Real Madrid (Liga) = $ 8.092.283,00
- New Orleans Pelicans (NBA) = $ 7.883.028,00
In questa classifica, la prima italiana la troviamo al 32esimo posto. La Juventus per la stagione 2017/18, distribuisce mediamente ai propri giocatori $ 6.309.507; al 65esimo risiede il Milan a $ 4.076.640,00 ed al 79esimo l’Inter con $ 3.429.080,00.
Parlando invece di leghe professionistiche, al primo posto non possiamo che trovare la già citata NBA, la quale, con un monte ingaggi cumulato per le 30 franchigie partecipanti alla regular season di $ 3.159.069.802,00 e un salario medio di $ 7.147.217,00, fa registrare un rapporto first to last pari a 2,20. Tale indice sta ad indicare il quoziente tra la squadra più generosa nei confronti del proprio roster e la società più restrittiva in termini salariali; in altre parole, in questo contesto gli Oklahoma City Thunder spendono in stipendi 2,20 volte tanto rispetto ai Chicago Bulls.
A seguito della NBA troviamo la lega professionistica di baseball statunitense, la MLB, la quale elargisce $ 3.878.284.045,00, registrando una remunerazione media di $ 4.468.069,00 e un rapporto first to last che si attesta a 6,20.
Sul gradino più basso del podio, c’è la lega professionistica indiana di cricket la quale, con un campionato composto da otto squadre, vanta un monte salari cumulato pari a $ 67.166.666,00 e una media di $ 3.898.065,00 per giocatore; in questo caso, i valori non sono alti per un campionato che nel mondo dello sport è la terza a trattare meglio i propri giocatori, però quello che sorprende è il rapporto first to last che si attesta a 1,90.
Salary cap stipendi, il rapporto first to last
Rapporto first to last che inizia a crescere se parliamo della quarta lega in questa speciale graduatoria, la Premier League, nella quale, con un totale di $ 1.793.206.106,00 e una media di $ 3.435.261,00, il Manchester City spende 5,10 volte in più rispetto all’Huddersfield.
In quinta e sesta posizione troviamo le altre due leghe made in USA che fanno concorrenza a quale sia lo sport più popolare nella nazione con le due già citate in precedenza. La lega di hockey, la NHL, ha un monte ingaggi collettivo di $ 2.218.110.771,00 con una media che si aggira intorno ai $ 3.110.955 e un rapporto tra primo e ultimo estremamente basso, 1,60. La NFL, invece, rappresenta il primo campionato per emolumenti in tutto il globo sportivo, pari a $ 4.580.501.744,00, uno stipendio medio di $ 2.700.768 e un rapporto first to last ancor più basso rispetto a quello della NHL – 1,40.
Alla settima e ottava posizione si posizionano la Liga spagnola di calcio e la Serie A italiana, le quali registrano un totale ingaggi distribuiti rispettivamente di $ 1.068.016.642,00 e $ 918.503.733, un salario medio di $ 2.184.083,00 e $ 1.723.272, ma soprattutto un rapporto first to last lontano anni e luce da quelli appena citati: in Spagna, il Barcellona ha un monte ingaggi superiore di 13,40 volte rispetto a quello del Levante; in Italia, la Juventus 16,60 in confronto del Crotone, ultimo in graduatoria.
Dopo aver esposto i dati, le analisi portano a delle considerazioni importanti e degne di nota. Il totale del monte salario distribuito all’interno di un campionato facente parte di sport dove la manodopera è dislocata, come il calcio europeo, è simbolo della qualità della manodopera stessa e della ricchezza della competizione in quanto i giocatori sono del tutto liberi di firmare contratti per squadre inglesi piuttosto che per squadre tedesche; per cui, a conferma del fatto che la Premier League è la prima lega calcistica per stipendi distribuiti, è presumibile supporre che i giocatori con i piedi più educati del mondo giochino per il campionato della Regina. Cosa che non si può affermare negli Stati Uniti in quanto è presente un solo campionato di basket professionistico, di football, di hockey e di baseball.
Il salario medio è un indice fin troppo limitativo se si vuole parlare di attrattività di un campionato, anche se è importante sottolinearlo, perché il numero di giocatori totali variano da sport a sport, da nazione a nazione, da campionato a campionato.
Quello che risulta interessante è il rapporto first to last, siccome questo indica quanto la qualità della manodopera sia distribuita all’interno delle squadre iscritte al campionato: come si può notare nelle righe poco sopra, se il rapporto è elevato, allora i giocatori migliori del campionato indossano le divise delle società di vertice. Basti fare un confronto con le quattro leghe americane citate e i campionati europei di calcio. Negli Stati Uniti, il rapporto più elevato è detenuto dalla MLB, 6,20, di 0,90 punti superiore rispetto alla Premier League. Se invece, confrontiamo la NFL che distribuisce quasi $ 3,00 milioni a giocatore ed ha un rapporto di 1,40 con la Serie A che paga i suoi giocatori un milione di dollari scarso e detiene un rapporto primo-ultimo di 16,60, si può intuire che le cose cambiano e non leggermente.
Questa situazione, naturalmente, è dovuta a una politica federale che impone delle restrizioni salariali, le quali consentono la distruzione di quelle barriere che dividono le squadre di un campionato in società da vasto mercato e ristretto. Non è per niente un caso che tra le prime dieci società nello sport con i monti ingaggi più alti, sette fanno parte della NBA, la lega che ha come rapporto first to last 2,20. Come non è un caso che il campionato con il valore di stipendi cumulato più elevato del pianeta, la NFL, abbiamo un indice primo-ultimo pari a 1,40.
Facendo un esempio, in Premier League tale rapporto è pari a 5,10, e il Manchester City ha 12 punti di vantaggio sul Manchester United secondo. È inutile dire che i citizens e i red devils sono le società dallo stipendio medio per giocatore più elevato del campionato.
Il motivo che rende questo rapporto al minimo per i campionati americani prende il nome di Salary Cap: imporre delle restrizioni salariali aiuta ad omogenizzare la manodopera presente in un determinato campionato, che si riflette in un prodotto sportivo dall’elevato tasso di aleatorietà il quale rende il campionato estremamente appetibile per i consumatori del prodotto stesso, facendo aumentare il giro d’affari della lega medesima e permettendo alle squadre di creare profitti e elargire stipendi elevati.