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Il manifesto ufficiale dei Mondiali di Russia 2018

Mediaset ha messo sul piatto 78 milioni per aggiudicarsi, in esclusiva, i diritti dei Mondiali 2018 che si disputeranno in Russia da metà giugno a metà luglio e punta ad incassare almeno 115 milioni dalla raccolta pubblicitaria.

Lo riporta il quotidiano finanziario MF, secondo cui l’obiettivo del numero uno del Biscione, Pier Silvio Berluscon,i e dell’amministratore delegato di Publitalia, Stefano Sala, è arrivare a un target di raccolta complessivo fino a un massimo di 115 milioni, il 47% in più di quanto investito per la più importante manifestazione calcistica e sportivo al mondo che sarà trasmessa in chiaro e sul web.

Secondo MF l’obiettivo è da considerarsi ambizioso, visto che mancherà la nazionale italiana, ovvero il fattore di maggior richiamo per l’evento internazionale. Non per nulla – sottolinea il quotidiano – nei mesi scorsi, era stato il presidente di Utenti Pubblicitari Associati (Upa), Lorenzo Sassoli de Bianchi, a sostenere che l’assenza degli Azzurri avrà un impatto negativo stimato in 100 milioni (approdo in finale compreso) di investimenti in advertising sulla spesa complessiva delle aziende in comunicazione e pubblicità.

Ma nonostante l’assenza dell’Italia, Mediaset conta di fare il pieno di ascolti e di advertising contando sul fatto che da metà giugno i palinsesti delle tv generaliste sono già in modalità estiva e quindi meno aggressivi e magari aggiungendo, oltre alla proposta televisiva, quella radiofonica. Va però detto che le condizioni generali del mercato in Italia non sono al momento le migliori: a fine novembre gli investimenti totali in pubblicità ammontavano (fonte Nielsen) a 5,63 miliardi, -2.6% rispetto al periodo gennaio-novembre 2016.

Il mezzo televisivo, che continua comunque a rappresentare il 60% dell’intera spesa, ha lasciato sul terreno nello stesso periodo il 2,2%. Mediaset, dal canto suo, secondo le stime di mercato, a fine novembre aveva raccolto 1,93 miliardi (-1,5%). Mentre nel mese di dicembre la crescita dovrebbe essere stata del 3-5%.

Ma il vero tema ancora tutto da capire è l’inizio del 2018, visto che il 4 marzo ci sono le elezioni politiche che storicamente hanno un impatto negativo sulla raccolta pubblicitaria: le imprese attendono l’esito delle consultazioni prima di definire i propri budget. Così almeno per il primo quadrimestre di quest’anno la spesa in advertising potrebbe rallentare, salvo poi riprendere eventualmente proprio con l’inizio dei Mondiali.

Anche se al momento non ci sono proiezioni definitive e stime precise sul buon esito dell’evento, che tipicamente comunque chiama a raccolta un rilevante bacino di telespettatori.

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