“Sport e Social Network, informazione ed entertainment” si è svolto oggi al Franchi il convegno, patrocinato da Ussi e Ordine Dei Giornalisti, organizzato dalla Fiorentina che ha coinvolto oltre 150 intervenuti tra giornalisti e addetti ai lavori.

Gli aspetti della comunicazione, il lavoro sui social network, il rapporto tra società e atleti, i modelli di organizzazione e sviluppo della strategia dei club, delle leghe e della gestione delle immagini di sportivi e influencer: questi alcuni dei temi trattati moderati da Matteo Giordano Pastore (Ceo e founder di MGP Sports Consulting nonché coordinatore scientifico del Master Sports Sole 24 ore).

Il convegno è stato anche trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Fiorentina e su Twitter, dove è entrato con l’hashtag #SportESocialNetwork nei primi posti dei ‘trend’ di giornata.

Pastore ha spiegato come sia cambiato negli ultimi tempi il modo di comunicare: “Oggi ogni atleta è un ambassador. Ha bisogno di supporto strutturato nell'ambito
comunicativo. I video sui Social, ad esempio, sono uno strumento vincente ma devono essere ben strutturati in base all’utente cui si rivolgono.

Non sono mancati gli spunti interessanti anche dai giornalisti presenti. Tra questi, quello di Alberto Polverosi, corrispondete del Corriere dello Sport – Stadio, che ha citato, a titolo di esempio il “caso Balotelli”: ““Noi giornalisti conoscevamo tutto di lui per via del suo uso dei Social e abbiamo diffuso il materiale. È stato uno sbaglio, perché dovevamo parlare di Balotelli come giocatore non come uomo copertina, non abbiamo aiutato nemmeno lui”.

Luca Calamai, vice direttore de La Gazzetta dello Sport, si è invece soffermato sull’importanza della credibilità: “Il marchio è importante. La ‘reputation’ di Gazzetta deve essere difesa, la credibilità è tutto. Non si può puntare alla velocità a discapito della credibilità”.

Andrea Lorini, CEO di Chiara Ferragni Collection, ha invece parlato del ruolo svolto dagli influencer: “Un esempio di influencer sul giornalismo calcistico online riuscitissimo è Gianluca Di Marzio: oramai viene prima il giornalista della testata. Lo stesso che avviene con calciatori del calibro di Messi o Ronaldo che hanno decuplicato (ma a volte anche molto di più) il numero di fan rispetto a quello dei propri club”.

Interessante anche il punto di vista di Angelo Marino, Pr&Communication Manager di Ducati: “"Essere presenti e investire sui Social Network è importante a prescindere. Ogni strumento Social ha una sua peculiarità che permette di differenziare il target da raggiungere con campagne mirate”.

A portare l’esempio di come si muovono le società di calcio c’era invece Fabio Guadagnini, direttore comunicazione del Milan: “L’idea è quella di rendere i giocatori protagonisti della comunicazione del club. Non sempre questo è possibile perché la comunicazione di giocatori e club è spesso disgiunta per motivi contrattuali ma si arriverà a coordinare le attività sempre di più”.

Uno sviluppo che il Napoli, detenendo i diritti di immagini di tutti i propri tesserati, sta portando avanti in questo senso, come ha spiegato Serena Salvione, Head of international business development: “Detenere i diritti di immagine dei giocatori ci ha agevolato nel processo di internazionalizzazione, perché i nostri calciatori sono delle star nei loro paesi di origine. Siamo noi a gestire molti dei loro profili con reciproca soddisfazione”.

Giuliano Giorgetti, Media Content Director dell’Inter, ha spiegato anche che: “La tecnologia deve riuscire a rendere unica la User Experience ed evitare la frammentazione tra sito, social, mail e stadio. Per sviluppare una Media House bisogna governare bene 4 aree: contenuti, tecnologia, strategia, organizzazione”.

Parlando invece della gestione di atleti anche di altri sport Elisa Temperelli, communication and PR manager di Hub, si è soffermata sulla ‘case history’ del cestista NBA Marco Belinelli e sull’importanza di affiancare un professionista ad ogni atleta anche se: "la realtà è che sono pochissimi in Europa quelli che se ne avvalgono”.

Marco Del Checcolo, Founder and Managing Director dell’agenzia DMTC ha raccontato invece: “La storia di Federica Pellegrini è particolare anche dal punto di vista digitale. In un certo modo ha usato, prima di altri in un momento difficile, Twitter come la propria Ansa per far sapere a tutti (giornalisti compresi) il suo pensiero. Instagram invece è usato per la sua immagine ‘Lifestyle’”.

L’ultimo intervento è stato quello della Chief Business Officer di ACF Fiorentina, Laura Masi, che ha toccato le peculiarità della comunicazione social del Club Viola come piattaforma di condivisione dei valori condivisi con il territorio e la tifoseria: “Questo Club è un’espressione dell’anima della città per questo abbiamo la responsabilità di difendere e valorizzare i nostri tratti distintivi, anche in chiave globale. Non solo l’attaccamento alle tradizioni – la prima su tutte il calcio storico – ma anche la vocazione etica, il talento, e persino la riconosciuta ironia dei fiorentini devono trovare spazio sui social attraverso un racconto che sia soprattutto autentico”.

A conclusione dei lavori, Matteo Pastore ha sintetizzato un ‘cloud’ delle parole chiave del
convegno: “Il Social è un media, una piattaforma, un Hub. La tecnologia la condizione per metterlo in pratica. I social sono touchpoint fisici e digitali vincenti laddove c’è un contenuto, soprattutto un video. Il social pone la centralità del fan in una logica bidirezionale di ascolto e di esperienza prima, durante e dopo. Il social è qualcosa da gestire in modo strutturato e competente, come è stato dimostrato dai tanti professionisti presenti in questo convegno”.

PrecedenteCorso di perfezionamento in management dello sport, iscrizioni aperte
SuccessivoNike presentati due nuovi modelli di Mercurial: ecco le Superfly 360 e le Vapor 360