La Serie A porta alle televisioni circa 2 miliardi di euro di ricavi, anche in un mercato senza concorrenza, con un campionato dal potenziale inespresso.
Ne sono sicuri i vertici di Mediapro, certi di aver realizzato un buon affare, vincendo con un miliardo e 50 milioni il bando per rivendere i diritti tv come intermediario indipendente per il 2018-2021.
«Il calcio genera alle tv minimo 2 miliardi» calcolano i vertici di Mediapro, saldi al comando anche dopo l’ingresso dei cinesi di Orient Hontai.
«In Italia il prezzo dei dritti era fermo da anni ma ci sono più abitanti e abbonati che in Spagna. Manca la concorrenza fra operatori».
La loro idea è che «distribuendo su più piattaforme si raggiungono più tifosi e cala il prezzo. In Italia c’è un’offerta a un prezzo molto alto e una molto bassa. Cerchiamo sempre la sintesi fra la più economica e la più completa. Nell’ottica del canale tematico, per Serie A e B stimiamo un prezzo di 35-40 euro».
Di certo Mediapro vuole negoziare la produzione dei match coi club (ora 6 lo fanno in proprio, 14 con Infront) per dare un’identità al campionato, passando anche per prati curati e spalti pieni.
Prato, pubblicità e tribune: con Mediapro standard unico per tutta la Serie A
«Non è facile? La Liga ha una locomotiva, Real-Barcellona. La Serie A almeno 4: manca solo che il treno sia ben agganciato e prenda ritmo», dice il presidente di Mediapro, Jaume Roures, «però i club non devono difendere interessi particolari, in Lega serve una governance forte e bisogna avvicinare i fan. In Spagna abbiamo spezzettato tutte le partite non per farle vedere in Cina ma per valorizzare le piccole squadre con due ore di esposizione esclusiva in tv».
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