Allenatori calcio di base
Un pallone da calcio in rete (Foto: Insidefoto.com)

Startup digitali sport – C’è sempre più attenzione nei confronti dello sportech cresce a livello internazionale ma l’ecosistema italiano deve fare i conti con una serie di criticità. Questo è quanto emerge dall’ indagine dell’Osservatorio Innovazione Digitale nell’ Industria dello Sport della School of Management del Politecnico di Milano, i cui dati sono stati riportati da “Il Sole 24 Ore”. Le startup digital sport nate nel mondo tra il 2011 e il 2016 sono 1012, di cui 686 finanziate per un investimento complessivo di 4 miliardi dollari e un finanziamento medio di quasi 6 milioni di dollari. Se in termini di numerosità la concentrazione maggiore di iniziative finanziate si trova tra Stati Uniti e Canada (395), seguita dall’ Europa (200) e dall’ Asia (53), le cose cambiano in riferimento al funding. Mentre l’entità dei finanziamenti ricevuti ammonta a 1,7 miliardi nell’ area nordamericana con un funding medio di oltre 4 milioni, in quella asiatica la cifra raccolta supera i 2 miliardi, dove la sola startup Le Sport ne ha ottenuti 1,7.

Startup digitali sport, in Italia investimenti totali per 17 milioni di dollari

Il funding medio in Asia è di circa 6 milioni di dollari, superiore dunque a quello nordamericano e a quello europeo (300 milioni complessivi con una media di un milione e mezzo di dollari). In Italia si contano 50 startup, di cui 24 finanziate per un totale di 17 milioni di euro raccolti e un investimento medio di 700mila euro. In termini di attività, le iniziative sono al 48% multisport, ossia applicabili a diverse discipline, mentre la restante parte è focalizzata su uno sport specifico. Tra queste, negli Stati Uniti il maggior numero di soluzioni è rivolto al fitness (147), seguito dal basket e dal golf (17 ciascuno) e dal football americano (15). Lo scenario cambia in Europa, dove il calcio è protagonista nel maggior numero di soluzioni: 57 sulle 97 totali, di cui 11 in Italia.

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Il calcio è protagonista in Europa (Insidefoto.com)

Startup digitali sport, il 58% delle soluzioni in Italia fa riferimento alle performance atletiche

Nell’ambito del pallone, il 49% delle soluzioni fa riferimento alla fan experience, il 35% alle performance atletiche, il 14% alla gestione degli eventi e l’ 1% a quelle di sport club (federazioni, società sportive, ecc.). In Italia il rapporto si ribalta tra performance atletiche (58%) e fan experience (20%), mentre la forbice rimane più vicina negli altri due segmenti (gestione degli eventi al 18%, sport club al 4%). «È diversa la gestione del fan: all’ estero viene coinvolto in tutte le sue declinazioni come dimostrano le voci di bilancio delle società con il ticketing spesso superato da merchandising, diritti televisivi e gestione del brand», dice Claudio Rorato, direttore dell’osservatorio.

Fra le tecnologie, a livello mondiale, le piattaforme online sono il 47%, seguite dalle app al 33% e all’ internet of Things (15%). Anche in Italia le prime sono le più utilizzate (54%), prima della tecnologia internet of Thing mentre le app sono ferme al 14 per cento.

Startup digitali sport: «La relazione cliente-fornitore dovrebbe evolvere in quella di partenership»

«Nel nostro paese, la relazione cliente-fornitore dovrebbe evolvere in quella di partenership in modo da garantire una maggiore efficienza nelle attività di sviluppo, nelle economie di scala e di apprendimento. L’ approccio culturale deve essere meno tattico e più strategico, siamo ancora troppo orientati al prodotto e poco al processo, in una chiave reattiva e non di pianificazione», dichiara Rorato.

«All’ estero c’ è più attenzione nei confronti delle startup e delle innovazioni tecnologiche. In Premier League, per esempio, ci sono già due club, Manchester e Arsenal, che hanno un proprio centro di innovazione interna, mentre il Leeds e il Chelsea si stanno organizzando», ammette Valeria Gozzi, Ceo di Wylab. Gli aspetti di formazione digitale diventano quindi prioritari. «Il binomio startup e sport è la formula vincente per sperimentare l’applicazione di approcci innovativi, intercettando le esigenze anche dei nostri interlocutori principali che sono gli allenatori, gli atleti e i dirigenti sportivi, senza dimenticare tutto ciò che è legato al benessere, al turismo attivo ai corretti stili di vita e alla salute», conclude Donatella Minelli, responsabile sviluppo delle attività di formazione della Scuola dello Sport del Coni.

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