Non si allenta il pressing del fisco spagnolo su Cristiano Ronaldo, accusato di aver sottratto all’erario di Madrid imposte dovute per circa 14,77 milioni di euro tra il 2011 e il 2014. Cifra salita a quasi 30 milioni considerando anche le sanzioni e gli interessi tardivi.
Oggi i consulenti fiscali di CR7 si sono presentati dinanzi al Tribunale, a Pozuelo, per essere interrogati come rappresentanti del fuoriclasse portoghese, che è indagato dal giudice Monica Gomez Ferrer.
La recente sentenza 374/2017, del 24 maggio, emessa dalla Camera penale della Corte suprema, ha stabilito che i consulenti fiscali possono essere ritenuti penalmente responsabili, non come autori (eccetto situazioni estreme), ma come partecipanti nell’induzione del reato, necessari collaboratori o complici, come è stato dimostrato nel precedente caso di Xabi Alonso.
L’avvocato del giocatore, Jose Antonio Choclán, ha iniziato a interloquire con il Tesoro, per chiudere un patto di conformità, ma la sua prima offerta è stata respinta dall’Amministrazione e ritenuta “molto insufficiente”.
Il fisco spagnolo e la Procura di Madrid chiedono che il portoghese accetti la colpa e paghi quasi 29 milioni per ridurre la richiesta a una pena inferiore a 24 mesi di carcere.
La prima condizione per raggiungere un patto di conformità, secondo quanto riporta il sito online di As, è che Ronaldo accetti la colpa, ammettendo che la frode sia vera.