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È stata dichiarata nulla la decisione con la quale il Gip ha archiviato il reato di violazione del diritto d’ autore, commesso da chi guarda abusivamente la pay per view Premium. La Cassazione ha accolto così il ricorso di Mediaset in merito alla vicenda.

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Utilizzo abusivo Premium, l’indagine nei confronti di 110 persone

A finire nel registro degli indagati erano state circa 110 persone, quasi tutte residenti a Città di Castello, alle quali un’organizzazione, con sede in Liguria, girava il segnale criptato, previo compenso per il servizio offerto. I “fornitori” attraverso sofisticate apparecchiature erano infatti in grado di captare il segnale della tv via cavo e di “cederlo” previo pagamento. Il Pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, considerando anche dubbia la violazione del diritto d’ autore da parte dei “furbetti” del telecomando. Per il Pm il comportamento degli indagati non era da considerarsi così grave: minimo il beneficio economico per gli utenti e limitatissimo il danno per il titolare dei diritti televisivi. Una linea seguita dal Gip che aveva archiviato, bollando come inammissibile l’opposizione di Mediaset che sul danno aveva le idee un po’ diverse. Secondo la holding esso poteva essere stimato in 580 milioni di euro.

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Utilizzo abusivo Premium, accolto il ricorso di Mediaset

Mediaset ha chiesto, per questo motivo, l’accoglimento del ricorso. Ed è esattamente quanto fatto dai giudici della Terza sezione penale. La Suprema corte ricorda, infatti, che il provvedimento impugnato è nullo, avendo il Gip archiviato, malgrado le specifiche contestazioni della parte offesa e la richiesta di indagini ulteriori. Un mancato rispetto della norma che prevede la fissazione di un’udienza camerale e un “contraddittorio”.

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