(Foto Calcio e Finanza)

Potrebbe essere oggi il giorno per sciogliere definitivamente le nubi sui diritti tv della Serie A. Alle 15 infatti i club della massima serie si riuniranno ancora in assemblea: all’ordine del giorno, soprattutto, il voto per risolvere il contratto con Mediapro.

Dopo due tentativi a vuoto, serviranno 12 voti per approvare la risoluzione: nell’ultima assemblea, i voti a favore si erano fermati a 10 (Ata­lanta, Bologna, Fiorentina, In­ter, Juve, Napoli, Roma, Samp, Sassuolo e Spal), con Caglia­ri, Genoa, Milan, Torino e Udinese astenuti (Lazio e Chievo assenti) per valutare le mosse di Mediapro.

Ricavi diritti tv Serie A estero
(foto Insidefoto.com)

Il gruppo spagnolo aveva infatti dato la disponibilità a versare i 186 milioni ulteriori chiesti a garanzia dalla Lega, oltra alla prima rata di luglio di 203 milioni: soldi che Mediapro, però, verserebbe in maniera condizionata alla possibile vendita dei diritti stessi. Potrebbe quindi non bastare per convincere i club, così come potrebbe non bastare il definitivo ingresso nella controllante del fondo cinese Orient Hontai, che porterebbe così il patrimonio netto a 1.031 milioni.

Mentre i vertici di Lega e Figc continuano a spingere per una decisione definitiva, all’orizzone potrebbe esserci anche un contenzioso con la stessa Mediapro. Tuttavia, l’obiettivo potrebbe essere anche quello di arrivare ad una separa­zione consensuale, per poi trovare un accordo che possa tenere in gioco sia Mediapro che Sky.

Intanto oggi sarà anche tempo di nomine, visto che all’ordine del giorno c’è anche il tema governance. Dopo l’elezione dell’ad ad interim Brunelli e del consigliere indipendente Casasco, oggi dovrebbe toccare all’elezione dei consiglieri in quota ai club.

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1 COMMENTO

  1. E’ veramente vergognoso come devono arrivare gli stranieri a comandare a casa nostra e mandare a fare fottere la professionalita’ di Sky maturata in 20 anni (con posti di lavoro annessi). Tutto per qualche euro in piu’. Vergognosa Lega, pessima figura, ricordatevi che siamo in Italia!!! Ma ormai il soldo la fa da padrone, tutto normale.

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