Kiev potrebbe proibire la trasmissione televisiva dei Mondiali di Russia in Ucraina. A riportarlo è BBC Russia, che – citando un testo di legge di recente sottoposto alla Rada – spiega come l’obiettivo sia impedire la promozione del «paese aggressore» e tutelare «gli interessi e i diritti dei cittadini ucraini».
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Ucraina censura Mondiali, la rassegna è motivo di tensione con a Russia
I mondiali di calcio si sono rivelati ennesimo motivo di tensione tra Russia e Ucraina: con la Crimea illegalmente occupata e una ribellione sponsorizzata dal Cremlino nell’est del paese, Kiev non è in vena di giochi. Da qui le numerose dichiarazioni ufficiali volte a dissuadere i cittadini dal prendere parte all’evento. «Non si tratta soltanto di patriottismo, ma del rispetto verso le vittime dell’aggressione russa» ha dichiarato Oleg Slobodyan, capo della guardia di frontiera ucraina.
Sull’eventuale partecipazione della nazionale ucraina al mondiale si è a lungo dibattuto, con molti tifosi patriottici che ne richiedevano il boicottaggio. Alla fine il dilemma non si è posto: i gialloblu non hanno passato le qualificazioni, per il sollievo delle autorità, liberatesi così di una potenziale “patata bollente”.
Ucraina censura Mondiali, ministero degli Esteri russo rassicura i tifosi
Con l’avvicinarsi dell’evento, sui pochi ucraini diretti al mondiale (circa 5200 secondo i dati FIFA) si intensificano le pressioni. Il ministro Klimkin ha avvertito che in Russia «le provocazioni sono garantite e l’incolumità dei tifosi è a rischio» mentre Slobodyan ha messo in guardia dal pericolo di arresti e reclutamenti forzati da parte dei servizi segreti russi. In risposta, il ministero degli Esteri russo ha pubblicato una dichiarazione esortando i «vicini ucraini» a «non ascoltare certe idiozie», invitandoli a prendere parte all’evento. D’altra parte, per gli ucraini rimasti a casa seguire il mondiale potrebbe risultare complicato. La televisione di stato si è infatti rifiutata di trasmettere l’evento mentre le emittenti private sono riluttanti ad acquistarne i diritti, temendo danni alla reputazione. Così Zurab Alasanya, direttore della televisione pubblica: «Nel paese ci sono molti appassionati e gli ascolti sarebbero comunque alti. Il problema è la reazione della minoranza di attivisti patriottici che potrebbe reagire male».