La Federcalcio brasiliana (CBF) ha inviato lunedì una lettera alla FIFA in cui chiede spiegazioni sulle procedure adottate dal Video Assistant Referee (VAR) nella partita tra Brasile e Svizzera, valida per il primo turno del Gruppo E della Coppa del Mondo di Russia 2018.
Nel documento, la CBF richiede chiarimenti in merito alla conformità con il Protocollo VAR – Versione 8, che prevede tra le sue voci quattro decisioni revisibili: goal, decisioni sui rigori, cartellino rosso diretto e identità errata.
«La CBF chiede alla FIFA perché la tecnologia non è stata utilizzata nel corso della partita», si legge nel comunicato della federcalcio brasiliana.
In particolare, nella gara conclusasi sull’1-1, sono due gli episodi nel mirino della federcalcio brasiliana. Il primo è relativo al gol del pareggio siglato dallo svizzero Steven Zuber, autore di una spinta ai danni del difensore verdeoro Miranda nell’azione che porta alla rete.
Inoltre, l’opinione è che l’arbitro avrebbe dovuto rivedere anche un contatto in area ai danni dell’attaccante brasiliano Gabriel Jesus, un fallo che sarebbe stato meritevole di un calcio di rigore secondo i brasiliani.
Secondo la FIFA, il Var dovrebbe solo “correggere errori chiari ed evidenti e incidenti mancati in episodi netti che possano cambiare le partite”. Secondo il Brasile, seppur non sia stato fatto alcun riferimento diretto nel comunicato, i due episodi rientrano integralmente nella spiegazione.
Il Var è stato utilizzato per la prima volta nella sfida tra Francia e Australia, con un rigore assegnato a Griezmann: in seguito, anche la Svezia nella gara contro la Corea del Sud ha visto assegnarsi un tiro dal dischetto grazie alla “moviola”.