La stangata da parte della Uefa, ormai ne sono tutti convinti, arriverà. Molto probabilmente oggi, o al più tardi domani, ma da tempo pare comunque inevitabile: il Milan resterà fuori dalle Coppe almeno un anno.
Anche se – come sottolinea il Corriere della Sera – c’è chi si aspetta che il giudizio della Camera giudicante della Uefa possa essere anche più duro, con l’ aggiunta di un altro anno (magari con la condizionale) e di una multa.
Di sicuro sono giorni caldissimi, decisivi per il Milan. La sentenza Uefa sul fair play finanziario si interseca con la già complicata vicenda societaria: non tanto perché da Nyon stiano aspettando l’ esito delle trattative con il nuovo socio che potrebbe essere in grado di garantire un futuro più stabile, ma perché un’ esclusione dall’Europa (soprattutto se fosse per due anni secchi) avrebbe un impatto anche sul valore del club, destinato inevitabilmente a diminuire.
Chi è interessato a comprare, di sicuro valuterà con attenzione anche questo elemento.
Come si sa, ormai è derby a stelle e strisce: Rocco Commisso, 69 anni, patron dei Cosmos, affiancato da Goldman Sachs, che ha avviato per primo la trattativa e conserva un certo vantaggio, contro la famiglia Ricketts, che si appoggia a Morgan Stanley, che è venuta allo scoperto e ha ancora delle chance.
Sullo sfondo è rimasto sempre Stephen Ross, il proprietario dei Miami Dalphins, che ha chiesto informazioni a più riprese (non è l’ unico, molti altri si sono rivolti direttamente a Elliott e contatti ci sono stati anche con i due imprenditori Usa), ma non ha mai presentato un’ offerta concreta.
Yonghong Li tratta su due tavoli e continua la sua partita di poker: con il fondo Elliott che, se non sarà rimborsato di 32 milioni tra dieci giorni, può iniziare il processo che lo renderà proprietario del Milan, non sembra nella più forte delle posizioni per trattare.
Chi sta seguendo le negoziazioni, scommette sulla riuscita di una delle due proposte in corso e l’idea è quella di chiudere prima della fine della settimana.
I nodi delle discussioni sono noti: il valore del Milan (lo stesso Commisso aveva dei dubbi in merito) e la quantità delle quote in vendita.
Yonghong Li avrebbe voluto prima cedere una quota di minoranza e poi far salire il nuovo socio con il tempo, ma gli americani (entrambi) non ci stanno: vogliono la maggioranza subito.
Anzi sembra proprio che Commisso, uno che si è fatto da sé e ama decidere in autonomia, vorrebbe subito il 100% del Milan.
È questo uno dei temi sui quali si è lavorato di più negli uffici di New York di Goldman Sachs: per Yonghong Li c’erano il suo braccio destro david Han Li, e i legali, tra cui l’avvocato Riccardo Agostinelli.
È chiaro che il cinese, che – al di là dei debiti contratti – ha immesso nel Milan circa 400 milioni, debba cercare di ridurre al minimo le perdite.
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