«Io faccio l’amministratore delegato del Milan e me ne occupo praticamente 24 ore al giorno. Poi ci sono cose che riguardano la proprietà e sono cose che io leggo sui giornali». Così l’ad del Milan, Marco Fassone, nel corso di una diretta streaming ha risposto alle domande dei tifosi sulle trattative relative ai futuri assetti proprietari del club.
Fassone non sembra preoccupato per le mosse dell’attuale proprietà del club a partire dalla necessità di rimborsare 32 milioni al fondo Elliott entro la fine di questa settimana.
«I 32 milioni il Milan li ha ricevuti. Il fatto che questi soldi me li abbia versati uno o l’altro è relativo. A me, come amministratore, interessa avere la liquidità per gestire il club. Poi chi li verserà staremo a vedere», ha affermato Fassone.
«Io credo che quello che leggiamo quotidianamente sui giornali», ha sottolineato Fassone, «riporta l’interesse del tifoso su chi sarà il proprietario della società. Fa un po’ parte della nostra cultura. Siamo abituati a proprietà che durano nel tempo. Il Milan ha avuto un proprietà trentennale. Il fatto che ci siano proprietà più brevi non deve spaventare».
Fassone ha affermato di non essere a conoscenza di che cosa voglia fare Yonghong Li in termini di assetti proprietari del club.
«A noi interessa che il club sia solido. Io mi auguro che il proprietario chiunque sia ci supporti Mr Li lo ha sempre fatto, pure Elliott lo ha fatto. E se ci sarà un nuovo azionista credo che lo farà con lo stesso entusiasmo».
Sulla sentenza Uefa: «Vogliamo che sia giudicato il Milan non i suoi azionisti»
Per quanto riguarda la decisione della Camera giudicante della Uefa e l’annunciato ricorso al Tas, Fassone ha indicato che la data ultima per ottenere la risposta del Tas è il 20 luglio.
«Riteniamo il verdetto della Uefa ingiusto. Noi abbiamo cercato in 12 mesi di esprmiere la volontà di rispettare le regole. Abbiamo presentato piani che indicano come nei prossimi 3 anni le perdite del club non saranno più quelle del passato ma saranno contenute. Questo non è bastato. Mi auguro che davanti al Tas si possa leggere la storia recente del Milan in modo diverso», ha detto l’ad del Milan.
«La decisione della Uefa di punirci in quel modo si riferisce alla violazione degli ultimi 3 bilanci. Non ci sorprende quello, lo sapevamo. Quello che ci sorprende è la decisione di squalificare il Milan dalle coppe, che è difforme rispetto ad altre», ha aggiunto Fassone.
«Non voglio irritare, quindi non mi soffermo. La connessione tra questa sentenza e la proprietà è spesso tirata per i capelli, anche se all’interno della decisione della Uefa esistono dei riferimenti al futuro del Milan che, a giudizio di questi giudici, può apparire nebuloso e che noi cercheremo di rendere trasparente, facendo in modo che venga giudicato il Milan e non gli azionisti del Milan».
Il progetto stadio proseguirà anche con il nuovo socio
Fassone ha inoltre parlato di quelli che potrebbero essere le conseguenze di un nuovo cambio di proprietà sul progetto per il nuovo stadio del Milan. Conseguenza che l’ad del Milan giudica «neutre, a meno che il proprietario che arrivi ci dica di cambiare cosa stiamo facendo».
«Nella logica di un proprietario illuminato, credo, sia difficile immaginare di bloccare l’ipotesi che il Milan abbia uno stadio di proprietà o che ristrutturi San Siro. Io credo che la progettualità che stiamo portando avanti sia intelligente. Qualunque proprietà arrivi sono convinto che lo porterà avanti», ha sottolineato il dirigente rossonero.
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