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Giochi e scommesse (Insidefoto)

Scommesse decreto Dignità – Il decreto Dignità sul quale è al lavoro il nuovo Governo, prevede di imporre lo stop alla pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro, «in considerazione delle rilevanti dimensioni che tale pratica ha assunto nel nostro Paese con conseguente aumento del rischio soprattutto per i soggetti più vulnerabili di una dipendenza socio-economica con veri e propri effetti patologici, con gravi disagi per la persona, compromettendo l’equilibrio familiare, lavorativo e finanziario comportando un aumento dell’indebitamento e quindi con un più facile assoggettamento a prestiti usurari».

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Scommesse decreto Dignità, i contratti in essere sarebbero al sicuro

Questo quanto si evince dalla bozza del documento, oggi al vaglio del pre-consiglio dei ministri. Come riporta “Radiocor”, il divieto si applica, dalla data di entrata in vigore del decreto, a «qualsiasi forma di pubblicità, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse manifestazioni sportive, culturali o artistiche, trasmissioni televisive o radiofoniche, stampa quotidiana e periodica, pubblicazioni in genere, affissioni e internet; alle sponsorizzazioni e a tutte le forme di comunicazione». Esclusi dal decreto i contratti in essere e lotterie nazionali a estrazione differita e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli. Un’eventuale sanzione sarebbe pari al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e mai inferiore a 50.000 euro, ma se rivolta a minore salirebbe a 100/150 mila euro.

Scommesse decreto Dignità, presente anche una risoluzione a livello europeo

La disposizione in materia di giochi stabilisce che la sanzione viene comminata al committente, al proprietario del mezzo o del sito di diffusione o destinazione e dell’organizzatore della manifestazione, evento o attività. A livello europeo, ricorda il testo, esiste una risoluzione del Parlamento in cui si sottolinea che i fornitori di gioco d’azzardo online devono rispettare la legislazione nazionale degli Stati membri; la Commissione ha inoltre emanato una raccomandazione sui principi di tutela dei consumatori.

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1 COMMENTO

  1. Il fatto di salvaguardare i contratti in essere è sicuramente un compromesso ragionevole per non andare allo scontro frontale. Però si va nella direzione giusta. Le scommesse sono per alcune persone una malattia e vietarne la pubblicità è una cosa giusta. Anche perchè spesso i minori sono i più esposti.
    Da come avevo letto in alcuni giornali credevo che si volessero bloccare le scommesse. Dicevano che sarebbere tornate le scommesse in nero.
    Meno male che calcio e finanza spiega le cose meglio dei maggiori giornali nazionali!!! 🙂

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