Si è aperta a Fiumicino l’assemblea elettiva della Federazione italiana gioco calcio per eleggere il nuovo presidente. Dopo 266 giorni di commissariamento iniziato il 29 gennaio scorso con la mancata elezione del presidente dopo-Tavecchio, è pronta a partire la nuova era della Federcalcio targata Gabriele Gravina.
L’ormai ex numero uno della Lega Pro va verso una larghissima maggioranza, anche oltre il più ottimistico 80%. Frutto di un accordo iniziato dalla sua Lega, dalla Lega nazionale dilettanti, con l’Aia e da ultima l’Aiac. Assieme formano un 63% destinato però a lievitare.
Una Federcalcio che per la prima volta dall’Abete bis (2013) si presenta ai nastri di partenza più compatta che mai. Sempre in attesa delle vere battaglie sulle riforme, quelle che Gravina vuole mettere a punto fin da subito per poi farsi rieleggere tra due anni alla fine di questo mini-mandato.
Dall’annosa questione della riforma dei campionati, che Gravina immagina divisi in A e B da 20 squadre (sembra impraticabile invece il sogno dei play-off scudetto), un ‘semiprofessionismo’ con Serie C da 60 club in tre gironi e un ‘dilettantismo’ con 9 gironi e 162 squadre, a un maggiore coinvolgimento della Lega di A con un ‘golden share’ per consentire alla componente che contribuisce di più in termini di risorse di discutere i suoi interessi senza più veti incrociati. Ecco perché, dopo le tante parole d’elogio del presidente Miccichè e l’unità di intenti sul programma, anche molti club di A dovrebbero votare per Gravina, che conta pure sul consenso di almeno la metà dei club cadetti.
Tra le sue priorità, anche la riforma della giustizia con tempi celeri e certi proprio per evitare l’impasse estivo con i continui ricorsi che hanno paralizzato Serie B e C. C’è poi l’ambizioso progetto di candidare l’Italia a ospitare gli Europei del 2028 con conseguente rinnovamento degli stadi di calcio, oggi per lo più fatiscenti. Non secondario, il rilancio della Nazionale con un nuovo Club Italia con una “tipica struttura del club calcistico”.
A proposito di Serie A, resta la grana dell’eleggibilità o meno di Claudio Lotito. Per il Collegio di Garanzia (quindi il Coni), il patron laziale è ineleggibile per raggiunto limite dei mandati, ma una recentissima sentenza della Corte federale d’appello ha dato ragione a lui. “Starà a Gravina sciogliere questo nodo”, aveva dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, domani presente assieme al sottosegretario Giorgetti e al numero uno della Fifa Gianni Infantino. La Serie A lascerà Lotito e Marotta eletti consiglieri al fianco di Miccichè, ma la partita rischia di protrarsi con eventuali nuovi ricorsi o dichiarate decadenze. L’importante però è che la nuova Figc parta, di lavoro da fare ve ne è già abbastanza e “a brevissimo” Gravina promette subito un primo consiglio federale per restituire operatività in via Allegri.