Roberto Fabbricini (Daniele Buffa / Image Sport / Insidefoto)

In una lunga intervista al Foglio Sportivo, l’inserto dedicato allo sport del Foglio, l’ex commissario della Figc, Roberto Fabbricini, racconta diversi retroscena sui suoi nove mesi alla guida del calcio italiano: «Quando Giovanni (Malagò, ndr) mi ha chiesto di rendermi disponibile, ho ritenuto, per le mie conoscenze nel campo del movimento sportivo, di poter assolvere bene a questo compito. Non credevo di trovare l’ostacolo più alto all’interno della Federcalcio. Perché questa Federazione, a differenza delle altre, non è una Federazione: è una Confederazione. E i Confederati hanno considerato il commissariamento come un’ invasione di campo da parte di un Coni già malvisto per i recenti tagli ai finanziamenti al calcio».

Nel lungo colloquio concesso a Gianfranco Teotino, Fabbricini svela come si è arrivati alla scelta di Roberto Mancini come commissario tecnico della Nazionale: «Altra decisione contestata dai Confederati. Una buona scelta, l’ho condivisa, ma non una mia scelta. Della responsabilità unica della questione era stato investito Costacurta. Dal Coni. E lui è andato avanti a mille all’ora. Tre soli i suoi candidati: Ancelotti, il preferito, Mancini e Di Biagio. Io avrei pensato anche a qualche panchina di serie A, magari Giampaolo o Gasperini, oppure Ranieri. Ma Costacurta non ci sentiva, ‘non ci facciamo ridere dietro’ mi disse».

Fabbricini parla anche della contestata vicenda delle iscrizioni alla Serie B: «Ho capito subito che questa storia era una specie di Capo di Buona Speranza quasi impossibile da doppiare. Ho agito sulla base delle pressioni unanimi della Serie B (ho ricevuto 19 pec, una per ogni società) e delle mie convinzioni contro i ripescaggi, una pratica antisportiva. Le penalizzazioni in classifica per irregolarità amministrative sono un’offesa allo sport. E sono pericolose: falsano i campionati. Giusto che partecipi chi se lo merita e chi rispetta le regole. Mi sono arrivate minacce, denunce penali, richieste di risarcimento danni in sede civile”. Alla luce di quanto sta accadendo, però, Fabbricini dice che si comporterebbe allo stesso modo: “Pensavo e penso che fosse un modo per avviare quella riforma dei campionati che è indispensabile, anche se nessuno dei Confederati la vuole fare davvero».

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