«A partire dalla stagione sportiva 2019-2020 possono accedere alla ripartizione della quota dei diritti audiovisivi da assegnare ai partecipanti ai campionati di calcio di Serie A e B solo le società, quotate e non quotate, che abbiano sottoposto i propri bilanci alla revisione legale svolta da una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili, la quale, limitatamente a tali incarichi, è soggetta alla vigilanza della Commissione nazionale per le società e la borsa».
Nel «collegato sport» alla legge di Bilancio torna la norma, presentata inizialmente nel Decreto Sicurezza ma poi stralciata, che prevede l’obbligo per le società di Serie A e di Serie B di avere i bilanci certificati da una società di revisione soggetta alla vigilanza della Consob.
Il testo finale – spiega la Gazzetta dello Sport – è attualmente in via di definizione, ma non ci si dovrebbe discostare troppo da queste linee guida. In sostanza la novità rispetto alla situazione attuale è questa: se vuoi i soldi derivanti dalla ripartizione dei diritti tv, devi avere il bilancio certificato da una società di revisione indipendente su cui vigila la Consob (in Italia sono una ventina).
Anche se già l’85% delle società di Serie A si affida per la revisione dei propri bilanci a grandi società di revisione vigilate dalla Consob, la novità impatterà anche sui club di Serie B e costringerà un po’ tutti a fare le cose per bene, se vogliono continuare a godere dei ricavi dei diritti tv.
L’ intervento del governo dovrà incastrarsi con il nuovo Codice dei controlli sulle iscrizioni ai campionati che sta studiando Gravina: in un lasso di tempo molto limitato sarà la stessa Covisoc, con una sezione ad hoc, a valutare i ricorsi delle società inizialmente escluse.
Poi – e qui subentra la riforma del Coni – ci si potrà rivolgere solo alla Sezione speciale del Collegio di garanzia. Dopodiché, sarà Tar.