Non accennano a placarsi le discussioni tra il Milan e l’ex amministratore delegato del club rossonero, Marco Fassone. Secondo quanto riportato da “Tuttosport”, il dirigente – tramite i propri legali – avrebbe fatto una richiesta a dir poco importante alla società a seguito del proprio licenziamento: 30 milioni di euro tra danni morali e biologici e per mancati emolumenti.
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Una cifra davvero notevole, che sarebbe un colpo durissimo per le casse del club di Via Aldo Rossi, considerando anche la sanzione dell’UEFA per il mancato rispetto delle norme sul Financial Fair Play. Tuttavia, l’ipotesi, è che Fassone stia puntando a cifre piuttosto alte con l’obiettivo di giungere a un accordo con i rossoneri.
La storia tra il Milan e Fassone si arricchisce dunque di un ennesimo capitolo. Già la scorsa settimana, “Repubblica” aveva svelato che ai tempi della proprietà cinese del Milan, il dirigente avrebbe incaricato un’agenzia investigativa privata, la Carpinvest srl, con l’obbiettivo di arginare una presunta fuga di notizie e per capire come i cronisti fossero in grado di pubblicare notizie sulle mosse finanziarie del club.
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A tal proposito, il legale di Fassone aveva spiegato: «L’attività investigativa era nota a tutto il cda e quella decisione fu concordata e avallata dal consiglio per rispondere a una fuga di notizie. Una decisione collettiva, presa di comune accordo».