Nessuno vuole guidare la Premier League. È infatti arrivato un nuovo rifiuto tra i candidati a prendere il timone della lega inglese dopo l’addio di Richard Scudamore, dimessosi nel 2018 da presidente dopo essere stato in carica dal 2014 (e dal 1999 al 2013 come amministratore delegato).
Il nome giusto sembrava essere quello di Susanna Dinnage, proveniente dal gruppo televisivo Discovery, che era già stata scelta come amministratore delegato lo scorso novembre. A fine dicembre, tuttavia, è arrivato il rifiuto della Dinnage, secondo alcuni per il pericolo Brexit (che avrebbe fatto partire il declino del calcio inglese e di conseguenza della Premier League), secondo altri invece per l’ombra scomoda di Scudamore, che rimarrà consulente della lega con uno stipendio da 1,7 milioni di sterline annui.
È toccato poi a Tim Davie, 51enne amministratore delegato di BBC Studios, ma anche lui ha rifiutato la proposta, preferendo rimanere alla BBC. L’eredità di Scudamore sembra difficile da raccogliere, anche perché molti analisti sottolineano come sia difficile ottenere cifre migliori rispetto agli ultimi contratti per i diritti tv firmati dall’ormai ex CEO, anzi le cifre potrebbero essere addirittura riviste al ribasso nei prossimi anni.
Il ruolo dopo l'addio di Scudamore è stato ricoperto ad interim da Richard Masters, che potrebbe mantenere la carica fino al termine della stagione. "È un casino", ha ammesso un rappresentate di uno dei 20 club della Premier League, come riportato dal Daily Mail. "Non c'era chiaramente alcun piano di successione in atto per quando Scudamore ha fatto un passo indietro e nessuno è sorpreso di quanto sta accadendo".
Ora il nome che sembra favorito è quello di Dawn Airey, 58enne ex CEO di Getty Images, ex presidente di Channel 5 ed ex vicepresidente di Yahoo Europe. La speranza di alcuni club era in realtà quella che si proponesse anche Gavin Patterson, ex CEO di Bt Sport, che tuttavia non ha avanzato la propria candidatura per il ruolo né, per ora, è stato inserito tra i papabili.
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