Botta e riposta legale, ricorso e controricorso fra l’arbitro Cesare Gavillucci e l’associazione arbitri che a fine stagione scorsa lo aveva escluso dal novero dei direttori di gara della serie A. Il tribunale della Figc ha infatti accolto il ricorso di Gavillucci, che aveva contestato legalmente la sua esclusione dalla massima serie decisa dall’Aia alla fine dello scorso campionato “per motivate ragioni tecniche”.
Una esclusione non andata giù al fischietto di Latina che ora si è visto dare ragione dalla corte federale e in teoria dunque, dopo i test fisici, dovrebbe subito tornare a disposizione del designatore Rizzoli.
Ma la contesa non è finita, perché il presidente dell’associazione arbitri Marcello Nicchi, da una parte prende atto e rispetta la decisione della corte, dall’altra annuncia l’intenzione di impugnare la sentenza.
L'Aia - afferma infatti Nicchi in una nota - così come rispetta le sentenze, "deve pari rispetto: ai suoi associati, che, con le stesse norme oggi contestate, hanno raggiunto la serie A (come Gavillucci) o sono stati avvicendati prima, accettando il verdetto del campo con le valutazioni degli osservatori arbitrali e dei designatori; al mondo del calcio, cui vuole assicurare, anche in futuro, i migliori arbitri, che siano soggetti ad una valutazione tecnica, ad una selezione meritocratica; ai valori di merito dello sport posti a base della delibera ora annullata, quali sono i due ultimi posti ed il penultimo posto conseguiti nelle graduatorie di ogni singola stagione sportiva, dal ricorrente in serie A".