Rinnovo Bologna Liu Jo
(Insidefoto.com)

Come finanziare i nuovi stadi in Italia o la ristrutturazione di quelli esistenti? Nella conferenza stampa di venerdì tenutasi nella Terrazza Bernardini dello  è stato presentato congiuntamente dal sindaco Merola e dal presidente Saputo il progetto preliminare della ristrutturazione dello stadio Dall’Ara, curato nella resa architettonica da Gino Zavanella e nella struttura ingegneristica da Massimo Majowiecki, già padri dello Allianz Stadium.

Tra amministrazione comunale e Bologna FC è nata un’unione di intenti per il finanziamento dell’opera: grazie ad un accordo di Partenariato Pubblico Privato (PPP), il Comune di Bologna parteciperà al finanziamento dei lavori per circa 30 milioni di euro, a fronte di un costo totale stimato intorno ai 70 milioni di euro. Il restyling del Dall’Ara permetterà così di sperimentare la compartecipazione dell’investimento da parte delle istituzioni nella realizzazione di una infrastruttura sportiva, rappresentando così un unicum sul panorama italiano che si spera apra la strada a nuove e rapide iniziative.

Se per l’Italia Bologna fungerà da apripista, non si può dire lo stesso per quanto riguarda il panorama europeo. In diversi paesi la commistione tra istituzioni pubbliche e società private è già stata testata, dove i casi di maggior successo sono quelli rappresentati da Germania e Francia. In entrambe le occasioni si è trattato di interventi aventi come finalità grandi eventi sportivi, quali, per la Germania i Mondiali di Calcio del 2006 (e nulla vieta di pensare che lo stesso modello verrà riproposto per gli Europei che si disputeranno nel 2024) e per la Francia gli Europei del 2016. Uno spunto anche per le istituzioni del nostro Paese, che potrebbero entrare in gioco come protagoniste in vista di una candidatura italiana per Euro 2028.

Come finanziare i nuovi stadi – Germania, quindici anni per la rivoluzione

Il caso tedesco ha radici profonde, che affondano sul finire dello scorso millennio. Ad inizio Nei primi anni ’90 infatti iniziano ad emergere diverse criticità legate al sistema. Diverse società accusano difficoltà economiche, parzialmente dovute alla mala-gestione dei club e al difficile sfruttamento delle infrastrutture oltre che a deludenti performance sportive. Il colpo di scure sull’intero sistema viene inferto dalla deludente eliminazione della Nazionale dagli Europei del 2000, conclusi per la prima volta nella storia senza neanche una vittoria.

Tuttavia, in questo clima di instabilità economica, squadre come Bayern Monaco, Monaco 1860 e Schalke04 cominciano ad intraprendere percorsi volti a cambiare il proprio impianto di gioco e le loro intenzioni vengono agevolate da una Federazione che decide di ripartire da zero in quello che è lo sviluppo del movimento calcistico tedesco.

All’interno del più ampio processo di riorganizzazione del percorso sportivo, il Paese si candida ad ospitare la Coppa del Mondo del 2006, assegnatale nel luglio del 2000. Per l’evento vennero edificati due nuovi stadi in sedi diverse rispetto allo stadio precedente (Monaco di Baviera, finanziato interamente da capitali privati del club, e Gelsenkirchen), mentre altri due vennero costruiti sul sedime del precedente stadio (Francoforte e Lipsia), operazioni simili a quanto verrà fatto per il Dall’Ara. I restanti impianti utilizzati hanno semplicemente subito ristrutturazioni.

E’ interessante notare come grazie all’utilizzo del modello PPP, il 41% di tutte le operazioni relative agli stadi venne apportato da fondi pubblici, che si divisero tra Governo Centrale, Governo Federale e Municipalità, mentre il restante 59% venne apportato dai club o da altri enti privati. E’ inoltre molto alta la quota di investimenti effettuata in strutture non football related: a fronte di 1,4 miliardi di euro investiti direttamente negli impianti, sono stati 2 i miliardi di euro investiti nelle città in altre infrastrutture, soprattutto nei trasporti, andando così ad incidere in maniera diffusa su tutta l’economia.

Come finanziare i nuovi stadi – Francia: un utilizzo nazionale

In Francia l’utilizzo di forme di Partenariato Pubblico Privato per finanziare opere complesse è storicamente frequente: i primi contratti vennero stipulati a partire dal 1988, ma l’uso degli stessi è in forte voga dal 2004, anno in cui viene approvata la specifica legge sul PPP. Tra il 2004 e il 2012, gli accordi di questo tipo in Francia hanno superato il valore di 12 miliardi di euro, divenendo mercato principale in Europa sia nel 2011 che nel 2012.

Tali contratti, denominati “contract de partenariat”, vengono utilizzati per progetti a lungo termine, con il finanziatore che può configurarsi come un ente pubblico o privato, e che sostiene il rischio di impresa. Il contratto riguarda il design, la costruzione, le operazioni, il finanziamento ed il mantenimento dell’asset, che porterà alla realizzazione di strutture di proprietà pubblica per le quali verrà corrisposto un canone di pagamento al costruttore; la durata del Partenariato sarà commisurata alla lunghezza della vita della struttura per un massimo di 99 anni.

Il PPP è stato utilizzato in diversi ambiti per grandi operazioni, dalla sanità ai trasporti, sino, in ultimo, ad arrivare al mondo del calcio. In vista dei campionati Europei del 2016, questo strumento è stato utilizzato per finanziare gli stadi di:

  • Lille, 2010, 282 milioni di euro
  • Nizza, 2010, 205 milioni di euro
  • Marsiglia, 2012, 250 milioni di euro
  • Bordeaux, 2011, 190 milioni di euro

Prendendo ad esempio lo stadio Pierre-Maruoy di Lille: il progetto è stato finanziato dal main contractor Eiffage e verrà rimborsato dalla città di Lille in 31 anni con pagamenti annuali di 24 milioni di euro;  la squadra LOSC Lille verserà 7,5 milioni di euro annualmente mentre il Consiglio Regionale Nord-Pas-de-Calais, ha contribuito con 45 milioni lump sum. Alla fine dei 31 anni, l’impianto passerà nelle mani della Muncipalità di Lille.

Ci auguriamo che il caso Bologna possa davvero inaugurare una collaborazione pubblico-privato per portare i nostri impianti a quel livello di modernità che possa permettere ai club di mettere a reddito un asset ormai divenuto sempre più strategico, e posizionare l’Italia come un serio soggetto candidato ad ospitare stabilmente eventi sportivi di portata internazionale.

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2 COMMENTI

  1. Speriamo, visto che anche la pubblica amministrazione è coinvolta dal punto di vista finanziario, si possa riuscire ad accelerare anche l’iter burocratico! Infatti pare che ormai il problema non sia trovare le risorse, ma è riuscire a far fruttare l’esborso in tempi ragionevoli! Vedi esempio Cagliari: riunioni e proclamazioni che durano ormai tre anni, ma passi avanti concreti sulla realizzazione del nuovo impianto definitivo ancora non se ne vedono.

  2. Marco Spinelli.Costruire nuovi stadi in Italia con la copertura totale delle partite dalla parte dei media mi sembra un’operazione utile solo a chi vorrà speculare nelle aere attorno al nuovo impianto

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